Dopo liti, ricorsi, dimissioni, processi e siluramenti, prime prove nel Centrodestra molisano. A Isernia si sono incontrati per una riunione informale i coordinatori di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
Rispettivamente: Filoteo Di Sandro, Annaelsa Tartaglione e Michele Marone. Il motivo ufficiale è stato quello degli auguri al neonominato coordinatore regionale della Lega, l’ex assessore Marone che ha sostituito il commissario Jari Colla, a sua volta successore del primo coordinatore, Luigi Mazzuto. Quella della Lega, in effetti, sembra una saga, o una telenovela, con colpi di scena e ribaltoni interni a getto continuo, si pensi che all’inizio la Lega aveva due consigliere regionali e un assessore, ed ora
non ha più nulla, se non il buon Michele Marone.
Comunque sia, oggi è lui il volto della Lega in Molise e rappresenta il secondo partito del Centrodestra a livello nazionale. E non è poco. Gli ultimi sondaggi danno Fratelli d’Italia al 21%, la Lega al 16% e Forza Italia intono all’8%.
Insieme un bel pacchetto di mischia che contenderà la vittoria, a Politiche e Regionali, al cosiddetto Campo Largo del Centrosinistra. Ma torniamo all’incontro di Isernia, che ha visto tornare il dialogo tra Tartaglione, Di Sandro e Marone dopo liti, tranelli, imboscate e cause in tribunale che hanno contraddistinto l’ultima stagione politica del Centrodestra molisano.
Il peggio sembra oramai alle spalle. Per vincere bisogna guardare avanti e i tre moschettieri del Centrodestra l’hanno capito. Da qui l’incontro di Isernia. In ballo le Regionali e le Politiche, con l’individuazione del candidato governatore e dei due candidati ai posti sicuri dei collegi maggioritari di Camera e Senato. Tre posti che fanno gola a tanti, ma la matematica è impietosa, Ci sono tre poltrone per tre partiti, ragion per cui è presumibile che ne vada una a testa, partendo da un semplice
ragionamento, quello che la candidatura alla presidenza della Regione dovrebbe essere contesa tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Per la Lega invece ci dovrebbe essere un maggioritario tra Camera e Senato, mentre l’altro maggioritario toccherà a chi, tra Forza Italia, Fratelli d’Italia, non catturerà la candidatura a Governatore. Questa è la partita che Tartaglione,
Di Sandro e Marone stanno giocando.
Per i due posti al proporzionale, Camera e Senato, non c’è storia, lì verrà eletto chi prende più voti, tra tutti i partiti in campo, con la particolarità che, per il Senato, i resti nazionali non conteranno, mentre per la Camera sì. E potrebbe anche succedere che, a Montecitorio, non andrà il primo eletto del Molise. Ma questa è un’altra storia.