La sezione molisana della CISL FP, tramite una nota a firma del Segretario Anna Valvona e del Presidente Bruno Delli Quadri, è tornata a chiedere nuovamente all’Asrem massimo impegno nell’ambito dell’assunzione di nuovo personale per l’Ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone.
Il problema principale sottolineato dal sindacato riguarda la condizione di pressione psicofisica a cui i dipendenti della struttura sono sottoposti a causa di doppi turni massacranti. Di seguito, il testo integrale della lettera inviata all’Azienda Sanitaria Molisana:
“A tal proposito la Cisl FP non condivide la scelta dei tagli lineari effettuati dall’ Azienda Sanitaria presso il Laboratorio Analisi del Presidio di Area Disagiata. Nonostante le richieste di personale ( puntualmente ignorate e dalla Direzione di Presidio e dalla Direzione Aziendale) redatte dai Direttori ff delle U.O.C. e dei Servizi, ci si ostina a soluzioni estemporanee non in linea con le normative contrattuali e legislative (D/lg 81/08, D/lg 161/14). Il sindacato si chiede, viste le disposizioni aziendali, chi presterà l’assistenza infermieristica ai pazienti ricoverati quando il personale sarà chiamato ad effettuare gli esami ematici presso il POCT situato esternamente sia al reparto di Pronto Soccorso e addirittura tre piani al di sotto della Medicina! Da notizie raccolte presso altre strutture risulta che per effettuare esami in urgenza con l’apparecchiatura in dotazione al Caracciolo occorre una tempistica che varia tra i 15 ed i 30 minuti in base alla complessità degli esami stessi. Si ricorda che il pronto soccorso vanta una dotazione organica infermieristica che deve coprire tutti i trasporti secondari per visite specialistiche e trasferimenti presso altre strutture sanitarie e tra il personale ci sono ben cinque (5) beneficiari della legge 104 creando un vuoto lavorativo di ben 15 giorni al mese creando innumerevoli problemi organizzativi. Nel reparto di Medicina la maggior parte dei turni pomeridiani e notturni è coperto da un solo infermiere affiancato da un OSS, pertanto se l’unità infermieristica si allontana dal reparto per eseguire gli esami ematici i pazienti rimarrebbero senza assistenza.
Oltre ai benefici per i permessi della legge 104 non bisogna ignorare le numerose limitazioni alla mansione specifica rilasciate dal medico competente aziendale vista anche l’età media alta del personale che crea ulteriori criticità. Alla Cisl FP sono arrivate lamentele da parte dell’utenza della non accettazione di un proprio familiare nel reparto di Dialisi per la terapia salvavita dei mesi estivi per carenza di personale infermieristico e di supporto! (Problema che si ripete ogni anno puntualmente). Allo stesso tempo il sindacato rimarca che senza il ripristino di una pianta organica adeguata per permettere le ferie estive ai lavoratori, gli stessi dovrebbero sottoporsi a turni massacranti anche con doppie notti, cosa peraltro vietata dalle normative vigenti che non potrebbero non essere segnalate alle autorità competenti. Al momento nel presidio Ospedaliero di Agnone per i pensionamenti avvenuti non sono presenti più coordinatori infermieristici creando un vuoto organizzativo non colmabile dalla Direzione Sanitaria di Presidio in quanto anche la posizione organizzativa della U.O.S. risulta essere in quiescenza dal 01 Gennaio 2022 creando un evidente vuoto organizzativo viste anche le note della Direzione Aziendale ( n° 105619 del 24.09.2021, n°114608 del 20.10.2021 e n°125470 del 18.11:2021) aventi oggetto Direttiva Coordinatori. Questa organizzazione sindacale auspica l’istituzione di un tavolo tecnico da tenersi tra Azienda ( Ufficio delle Professioni Sanitarie?), Direzione di Presidio e Direttori e Dirigenti Medici di Abruzzo Molise – Pescara U.O.C. e Servizi da tenersi presso l’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone così da poter valutare sul posto le criticità evidenziate. Per evitare di sottoporre al rischio di burnout il personale dell’ Ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone la Cisl FP chiede di rivedere l’assetto organizzativo della struttura sanitaria e di adeguare la pianta organica per dare modo all’utenza di usufruire di servizi sanitari all’altezza e in sicurezza con standard assistenziali in linea con quelli nazionali.“