Quella tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle non è un’alleanza così granitica come si potrebbe pensare. I recenti distinguo sul campo delle alleanze tra le due forze politiche, ampie per il PD, più contenute per i 5 Stelle, autorizzano a dar credito ad una ipotesi alla quale si sta lavorando soprattutto in area centrista. Fare saltare il banco tra democratici e pentastellati e tenersi pronti a sostituire questi ultimi con un paio di buone liste di centro (una di questa potrebbe essere a sorpresa Italia Viva di Renzi) proponendo una edizione riveduta e corretta del sempreverde schema di centrosinistra. L’ipotesi è plausibile, soprattutto perché quella tra 5 Stelle e PD non è esattamente una storia d’amore ma una unione che nasce dalla necessità di proporre una coalizione alternativa al centrodestra sia sul piano nazionale che locale. A decidere quindi le prossime regionali 2023 sarà, con molta probabilità, l’area di centro. Sarà però da capire se si tratterà di un centro parzialmente rinnovato o meno.
A determinare il quadro futuro, sarà anche la scelta del prossimo coordinatore regionale del M5S. Da movimento anti sistema, il partito grillino si sta sistematizzanzo con tanto di organismi, dipartimenti e figure apicali. Conte ha dato carta bianca agli attori locali, sarà quindi interessante capire tra qualche settimana la direzione che assumerà quello che a tutti gli effetti è diventato un partito: se quella moderata, rappresentata da Antonio Federico, o quella di Adrea Greco, più vicino allo spirito delle origini dei 5 Stelle. Saranno loro due, con molta probabilità, a contendersi la leadership in Molise.