La telenovela dell’estate 2022 è terminata il 26 agosto dopo quasi sessanta giorni di bocciature, ricorsi, speranze riaccese, poi definitivamente archiviate.
Il consiglio di stato in seduta collegiale ha respinto i ricorsi di Campobasso e Teramo. Tutto questo a distanza di ventuno giorni dal decreto monocratico di Luciano Barra Caracciolo che aveva non solo emesso la sospensiva, ma anche argomentato con decisione a favore del Campobasso sostenendo come bisognasse anteporre la sostanza alla forma e che anche per le società, come per le aziende, dovesse valere il clima di difficoltà economica che il paese sta attraversando. In sostanza, il collegio ha smentito il relatore Caracciolo, presidente della quinta sezione del consiglio di stato. La questione è davvero singolare, ma tant’è. Per il Teramo, invece, c’era stata una richiesta di sospensiva anch’essa respinta.
L’estate dei tribunali si chiude al ventisei agosto 2022 dopo un percorso lungo, tortuoso e, purtroppo per i colori rossoblu, funesto. Dal 4 agosto in poi e’ partito un muro contro muro molto aspro fra la presidenza della Lega Pro e la società rossoblu. Interviste a iosa da parte del numero uno che spesso ha scongiurato la riammissione di Campobasso e Teramo. La tensione è salita con il passare dei giorni come la speranza dei tifosi rossoblu alimentata dal contenuto del decreto di Barra Caracciolo, fra l’altro assente nel collegio del consiglio di stato che ieri è stato presieduto dal professor Giorgio Manca.
Il professionismo termina qua per Campobasso, stavolta definitivamente. Non ci sono altri gradi di giudizio, ma solo una prospettiva futura anche ora andrà accuratamente analizzata e ponderata. In questi quasi sessanta giorni i sentimenti sono stati altalenanti e spesso sono stati alimentati da notizie sulla carta positive, ma nel riscontro, prive di fondamento.
E’ il fallimento gestionale di Gesuè e De Francesco, due reggenti la cui gestione ha sì riportato il calcio rossoblu nel professionismo, ma si è trattato di una parentesi di un anno. Da aprile in poi due reggenti all’angolo, privi di collaboratori, con debiti sparsi fra dipendenti e gestori e cinque bocciature sul groppone in poco piu’ di due mesi.
Andiamo ad analizzare alcuni dei punti salienti del consiglio di stato che non fa alcun riferimento alla pronuncia di Barra Caracciolo ma si sofferma su aspetti già presi abbondantemente in considerazione dagli organi precedenti.
“nel caso di specie, è pacifico che la società sportiva non ha mai provveduto al versamento in termini della prima rata, per nessuno degli avvisi bonari ricevuti; non si può ritenere giuridicamente esistente alcun piano di rateizzazione;
l’appellante invoca inoltre una presunta adesione dell’Agenzia delle Entrate al piano rateale della società, ma l’asserzione è infondata in fatto: l’Agenzia, con la nota del 29 giugno 2022, si è limitata a dare riscontro dei versamenti effettuati, senza esprimere alcuna adesione o accordo;”
“anche la censura secondo cui, in modo del tutto illogico, la FIGC avrebbe richiesto, per l’iscrizione al campionato 2022/2023, una condotta inesigibile (dato che i termini per pagare o rateizzare l‘avviso bonario relativo al periodo di imposta 2019 erano scaduti fin dal 5 gennaio 2020) non appare cogliere nel segno, sia perché la regolarità tributaria e fiscale è un elemento da tempo preso in considerazione ai fini delle iscrizioni ai campionati professionistici, sia perché la società avrebbe potuto rimediare versando interamente il dovuto (pari ad € 94.417,97) entro la data indicata dalle disposizioni federali;”
Il sindaco Gravina ha affermato che si metterà in contatto con il vertice federale per vedere il da farsi. Rimane difficile anche una partecipazione alla quarta serie anche e soprattutto per i tempi strettissimi ma per il fatto che l’attuale società non può aderire al cosiddetto lodo Petrucci. Tinte fosche sul calcio campobassano. Tanto bello riassaporare la serie C dopo trentadue quanto cocente dovervi rinunciare a tavolino e per un debito Iva non pagato. Da oggi questa è la sentenza scritta e non piu’ oppugnabile.