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lunedì, Dicembre 30, 2024

Sanità: anno nuovo, vecchi problemi. Dal primo gennaio blocco dei ricoveri nelle strutture private. Precari senza contratto

AperturaSanità: anno nuovo, vecchi problemi. Dal primo gennaio blocco dei ricoveri nelle strutture private. Precari senza contratto

Il 2023  si apre all’insegna dei disagi per il settore della sanità molisana. Due, in particolare, i fronti aperti e che destano preoccupazione per le conseguenze sull’erogazione delle prestazioni sanitarie: la mancata firma dei contratti con le strutture private convenzionate e il mancato rinnovo dei contratti dei precari del settore sanità. Da ieri, primo gennaio, in effetti, sono sospesi tutti i ricoveri e le prestazioni ordinarie al Gemelli, Neuromed, Villa Ester, Villa Maria. E’ la diretta conseguenza del braccio di ferro in atto tra i privati convenzionati e la Regione. Il commissario alla sanità, Donato Toma, è tornato sull’argomento, precisando che le prestazioni e i ricoveri salvavita saranno sempre e comunque garantiti, per il resto occorrerà sottoscrivere i nuovi contratti. In tal senso la Direzione generale dell’Asrem ha già provveduto ad inviare una nota ai vertici delle strutture private con la quale chiarisce i termini della situazione. Dunque si prevedono problemi e disagi per gli utenti che avevano prenotato ricoveri e prestazioni nelle cliniche private convenzionate e che probabilmente saranno cancellati o prorogati di molte settimane a causa del blocco. Così come si annunciano giorni difficili all’interno delle corsie degli ospedali molisani, per la mancanza di infermieri a causa del mancato rinnovo dei contratti ai precari del settore sanità. Su circa trecento contratti scaduti, ne verrebbero rinnovati poco più di 120, con pesanti ripercussioni sull’assistenza ai malati. Una situazione esplosiva, è la denuncia dei sindacati di categoria che per il 12 gennaio hanno proclamato 24 ore di sciopero. “La protesta è dovuta al rifiuto, da parte della Regione, di rinnovare tutti i contratti scaduti per il personale che durante il lockdown ha prestato servizio all’interno delle strutture assistenziali – è la denuncia delle perti sociali – Lavoratori che hanno consentito, grazie alla loro presenza, il funzionamento di interi reparti ospedalieri, della sanità sul territorio, nelle carceri, nei punti vaccinali e l’effettuazione dei tamponi. Operatori che – hanno concluso – sono stati in prima linea in piena pandemia e che resteranno senza stipendio, dimenticati e abbandonati dalle istituzioni”.

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