Il Molise, come le altre regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna) sconta le conseguenze della vetustà delle reti idriche. E la nostra regione è tra quelle in cui si registrano le maggiori perdite di acqua nelle condotte comunali. A fronte dei 486 litri al giorno disponibili per abitante, il 51,8% si perde all’interno delle reti colabrodo. Il dato emerge dall’esito del censimento nazionale dell’Istat relativo all’anno 2020 e riferito alle acque per uso civile. I dati relativi alle due province non sono incoraggianti. In particolare, in quella di Campobasso, su una disponibilità quotidiana per abitante, pari a 490 litri, se ne perdono 212, mentre ad Isernia i litri di acqua che si perdono nelle condotte sono 292 sui 478 disponibili. E non è un caso che, dei 416 milioni di euro stanziati da Pnrr per il Molise, 36 sono destinati agli invasi idrici e alla gestione delle risorse idriche. Tra gli interventi previsti anche quelli per un rinnovo dei serbatoi comunali, che nel 70% dei casi sono sottostimati rispetto alle esigenze della popolazione. E poi ci sono le condotte, le reti colabrodo all’interno delle quali si perde gran parte dell’acqua convogliata. Eppure il Molise è tra le regioni italiane con la maggior disponibilità di risorse idriche, al punto da cederla anche alla Puglia e alla Campania quasi a titolo gratuito. Un paradosso, visto che, soprattutto nel periodo estivo, e malgrado la realizzazione dell’acquedotto molisano centrale, molti comuni del Basso Molise restano puntualmente a secco.