Tullio Farina ricorda l’amico e professor Ermanno Parisi, ideatore della radio triventina “Radio Europa Uno”. “Carissimo Ermanno, nella tarda mattinata dell’afoso 25 luglio 2022, tua figlia Annalisa mi comunicava la tua improvvisa dipartita. È stata per me una notizia come un fulmine, quello stesso fulmine che in una poesia di Pascoli abbatté la quercia. Il giorno prima avevo parlato con te e mi avevi assicurato che stavi benino, nonostante combattessi contro un brutto male. E la tua voce squillante e allegra in qualche modo mi aveva convinto. Invece, ahimè non era così. Hai voluto non rendere pubblica con manifesti da lutto la tua morte ed io ho rispettato la tua volontà, faticando non poco per far capire ai numerosi amici il mio silenzio sulla tua morte, ma oggi a sette mesi dalla tua scomparsa un sentimento di grande e struggente nostalgia mi dice di rompere il silenzio per ricordare la tua esistenza perché le buone e brave persone non possono essere dimenticate o non possono trapassare inosservate. Sei stato per me l’amico di una vita, abbiamo frequentato lo stesso asilo, le scuole elementari, medie, superiori nonché l’università di Urbino insieme laureati in Pedagogia, facendo dannare, alcune volte, i docenti per la nostra vivacità. Chi può dimenticare alcune note prese insieme durante l’ora di disegno e di italiano. Durante gli studi universitari ti chiamavo il “barone rosso “per la tua capacità di saper saldare il tuo credo comunista con il tuo modo aristocratico di corteggiare le ragazze e tu eri contento del mio nomignolo. Una volta a Trivento sempre per il tuo credo politico macchiasti di rosso con una grande S la lapide del Sacro cuore perché c’era la scritta della fascista virtù e il partito socialista di cui ero componente fu sospettato, ma io non dissi mai niente non per omertà ma solo perché era una iniziativa goliardica e per la troppa amicizia che mi legava a te. Non mi hai mai votato nelle competizioni elettorali, ma non ho mai portato rancore perché l’amicizia era grandissima. Eravamo come fratelli ed avevamo nella vita delle situazioni analoghe; i nostri padri erano entrambi baristi e gelatai e le nostre mamme entrambe sarte con l’identico nome. Mai ci sono stati sentimenti concorrenziali tra noi, ma sempre grande affiatamento. Ricordo che da bambini di nascosto entrammo sul pullman che da Trivento portava a Roccavivara senza che l’autista se ne accorgesse e quando lungo la strada sentì la nostre voci si spaventò tanto da fare una brusca frenata per poi tornare indietro, così come ricordo una volta quando nel secondo anno del magistrale nel mio bar giocavamo a carte e ci sorprese il preside Mancini che il giorno dopo mise a te una nota ed io mi salvai solo perché un minuto prima mi ero alzato per fare un caffe ad un cliente. Tanti sono i ricordi che mi legano a te. Nel 1979, insieme ad altri amici, aprimmo la radio privata “Radio Europa Uno” di cui tu fosti l’ideatore. Fu una esperienza bellissima ed irripetibile che coinvolse tutta la popolazione di Trivento. Ricordo ancora oggi con timore il momento in cui issammo la grande antenna della radio, allorquando il suo peso stava per trascinarci giù dal tetto, fummo davvero fortunati nell’evitare una tragedia senza precedenti così come ricordo i nostri viaggi notturni ad Orvieto per la riparazione del trasmettitore che per le cure prestate ad esso lo chiamavamo scherzosamente “bamb’niell” ossia bambinello. Senza dubbio quegli anni dalla radio sono stati i più belli della nostra vita pieni di novità e di tante esperienze stravaganti e bizzarre. Quante volte mi hai fatto perdere le staffe per le tue spropositate spese per i dischi perché sostenevi che la radio doveva essere al passo con i tempi ed avevi ragione, ma i conti non quadravano e mi costringevi ad un giro suppletivo di raccolta fondi alla quale però partecipavi pure tu. Nell’agosto 1983 terminò il nostro sodalizio perché ti traferisti a Ravenna con tutta la famiglia. Non ti nascondo che ci rimasi male, ma nella vita le scelte prima o poi si devono fare. Nonostante la lontananza siamo rimasti idealmente ed affettivamente sempre insieme perché i buoni sentimenti non muoiono mai. Da Ravenna mi hai sempre chiamato per qualsiasi problema perché per te rappresentavo il tuo punto di riferimento ed io ero felicissimo per questo ruolo di fiducia che mi davi. Ogni estate aspettavo il tuo ritorno e naturalmente la prima persona che cercavi ero io. Carissimo Ermanno cosa dire di più se non ribadire che sei stato un amico sincero e buono con tutti, un marito attento e affettuoso, un padre amorevole e premuroso, un nonno orgoglioso e fiero dei propri nipoti. A me manchi e mancherai sempre e quando sarà, rivivremo le tante avventure della vita. Lasci i tutti quelli che ti hanno conosciuto un ricordo indimenticabile anche se te ne andato in silenzio come se fossi avvolto nella nebbia, quella canzone che cantavi sempre e ti piaceva tanto. Addio amico di tutti i tempi”.