Sirene in Consiglio regionale, ma non si tratta delle creature monopinna della mitologia greca, bensì dei sanitari chiamati a decifrare l’elettrocardiogramma di una politica che in questa settimana ha fatto registrare picchi di pressione mai visti prima. Ultima delle notizie che hanno fatto salire a picco la colonnina di mercurio, è quella delle dimissioni dell’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Niro. Un gesto, il suo, dettato da ragioni di partito e di fedeltà al risultato espresso dal corpo elettorale il 22 aprile del 2018. Diamo quindi i numeri. Con 10351 voti e una percentuale pari al 7,12% i Popolari Per l’Italia, la formazione guidata da Vincenzo Niro, si attestarono come quarta forza del centrodestra. Prima di loro, nell’ordine: Forza Italia, Orgoglio Molise e Lega. Dietro i popolari, invece, partiti dal vecchio e nuovo blasone quali UDC e Fratelli d’Italia. L’indubbio successo dell’epoca, fruttò l’elezione a Palazzo D’Aimmo di due consiglieri regionali: il leader della formazione politica, Vincenzo Niro, appunto, e l’ex sindaco di Vastogirardi, Andrea Di Lucente. Primo tra i non eletti, all’epoca, fu Antonio Tedeschi al quale in virtù della legge di surroga degli assessori toccò un posto da supplente in Consiglio regionale. Come la storia è finita, oggi tutti lo sanno. Anno 2020, con un emendamento a firma Toma/Greco viene cancellato l’istituto della surroga e, insieme a Tedeschi, lasciano il Consiglio Regionale Massimiliano Scarabeo, Nico Romagnuolo, Paola Matteo. Anno 2023, a tre anni di distanza la Corte di Cassazione accoglie il ricorso di Antonio Tedeschi bocciando l’immediata esecutività della legge e differendone gli effetti alla prossima legislatura. Tedeschi vince la partita giuridica e acquisisce il diritto al nuovo ingresso in aula. Con la decisione di Niro, però, perde quella politica e si ferma alla soglia del Consiglio. A varcarla, invece, sarà Filoteo Di Sandro, primo dei non eletti in Fratelli d’Italia. Resta infetti al proprio posto Quintino Pallante, primo e unico elettore del partito nel 2018 e poi diventato assessore. Si restringe quindi a cinque la Giunta Toma: oltre al presidente e allo stesso Pallante, sono Vincenzo Cotugno, Nicola Cavaliere e Filomena Calenda i componenti dell’attuale esecutivo.
Spente le sirene, adesso la parola passa all’aula per un consiglio che si preannuncia dir poco rovente.