Il Comune di Ururi, celebra la figura di Luigi Incoronato, in un convegno dal titolo: Riscoprire la figura e l’opera di Luigi Incoronato scrittore italo-arbëresh (1920-1967).
Un viaggio culturale, a partire dalla sua Ururi, dal quel meridione, descritto magistralmente nelle sue opere, martoriato dalla guerra e dalla povertà, vittima costante di una trasformazione sociale lentissima e drammatica nel segno di un progresso solo superficiale.
Gli anni 50’, che dovevano essere il preludio di uno sviluppo unitario del Paese, hanno evidenziato ancora una volta, un’Italia a due velocità, spaccata da una differenza sociale ed economica che ha accentuato ancora di più il divario tra Nord e Sud, dove il Meridione ancora afflitto dal periodo post bellico, non riusciva ad accogliere le nuove dinamiche economiche e strutturali.
Incoronato nei suoi scritti mostra il suo attivismo non solo come osservatore ma vero e proprio mentore per il riscatto del sud, potenziale vittima di un futuro sinonimo di falso progresso ma che in realtà avrebbe lacerato fatalmente le dinamiche di un mondo rurale, vero, puro.
Incoronato mette a nudo il baratto impari tra la genuinità dei rapporti, del cibo della terra con il consumo dettato esclusivamente dalla regole delle cose.
Una società riluttante al cambiamento e forse opportunamente distratta dai contorni della falsa ricchezza e del falso sviluppo che hanno impedito la soluzione dei suoi conflitti antichi.
L’essenza racchiusa tra le sue pagine, l’appartenenza non solo legata alle origini al principalmente al risveglio dell’orgoglio meridionale, non poteva che trovare spazio tra i codici narrativi del neorealismo.
Con la presenza di illustri relatori, come il Prof. Francesco Altimari dell’Università dell’ Università della Calabria, la Prof.ssa Laura Canavacciuolo dell’Università degli Studi di Napoli l’Orientale e il Prof. Nicolino Iavasile ex Dirigente del plesso scolastico di Ururi, sarà tracciato il percorso identitario di Incoronato, dal figlio di emigranti nato a Montreal nel 1920 alla scoperta dell’uomo, fragile che ha alimentato il suo blocco interiore, alla sua capacità di intervenire sugli eventi esterni culminata con la sua morte a Napoli il 26 marzo 1967.