Una storia che inevitabilmente porta ad interrogarci, quella di Davide Macciocco, il ragazzo termolese di quarant’anni che ieri annunciato che avrebbe compiuto il suo ultimo viaggio verso Zurigo, per ricorrere alla morte assistita.
Il ragazzo proprio ieri ha pubblicato un post su Facebook in cui annunciato la decisione presa oltre un anno fa, nel maggio 2022, di porre fine al suo calvario che durava da tantissimi anni.
Davide era un giovane di appena vent’anni quando un tuffo in mare in una mattina d’estate di vent’anni fa cambiò radicalmente la sua vita; perché il ragazzo riportò una lesione irreversibile alla colonna vertebrale.
La diagnosi fu tetraplegia completa. Dopo la lunga riabilitazione e la sua nuova realtà, niente fu come prima.
Nella sua lunga lettera, rivolta alle persone che lo hanno amato, Davide ha ricordato la sua infanzia, le persone che hanno fatto parte della sua esistenza, l’amore, il dolore un’altalena di emozioni, sensazioni e le ragioni che l’hanno spinto a scegliere la morte assistita; ragioni che ha spiegato dettagliatamente nel suo ultimo messaggio lasciato.
Tanti i ricordi e le frasi di dolore da parte di amici e conoscenti che hanno risposto al giovane termolese, tra cui quello dell’assessore alla cultura Michele Barile, suo amico d’infanzia, che tra le altre cose ha scritto: “Ti porterò sempre nel mio cuore, così come porterò nel mio cuore i momenti in cui tutto era più facile.”
La sua storia è stata ripresa ed è rimbalzata su tutti gli organi di informazione nazionale. Una storia di sofferenza e di coraggio e un tema che continua ad avere una risonanza mediatica importante, così come tante altre storie simili che sono accadute in questi anni; del resto anche Davide lo ricorda nella sua lettera: “Forse dopo la morte sarai ciò che eri prima della tua nascita. Forse solo assenza di esistenza o forse è solo un’altra grande avventura. Io vado via in totale serenità e sognando.”