Hanno firmato in più di 1500 persone in poche ore. Alla petizione lanciata sul sito Change.org che chiede la riapertura della Biblioteca Albino a Campobasso hanno risposto in tantissimi.
Uno dei simboli delle attività di ricerca e di studio della città è chiuso da tempo senza che le massime istituzioni culturali, a vario livello, abbiano mostrato qualche cenno di interesse. La legge Del Rio, che ha trasferito la competenza dalle Provincie alle Regioni ha di fatto decretato la cessazione delle attività della biblioteca di via D’Amato.
Centro di riferimento per le altre biblioteche della regione, con i suoi 90mila volumi rappresenta una vera e propria istituzione, alla memoria. Con buona pace di chi si impasta la bocca con la cultura organizzando eventi e nel caso della Albino voltandosi dall’altra parte.
L’attuale sindaca della città, Paola Felice, ha scritto una lettera al ministro della cultura Sangiuliano quando si occupava della stessa materia da assessore. Una interlocuzione avviata che, tuttavia, si scontra con gli inghippi della burocrazia, davanti alla quale risalire alle responsabilità diventa più complicato che scoprire il colpevole nei film gialli.
Fatto sta che da un decennio e oltre, i locali della biblioteca, frequentatissimi non solo dagli studenti e dai ricercatori ma anche da tantissimi cittadini, sono vuoti e soprattutto chiusi a quattro mandate.
Tutte le regioni dove le biblioteche erano alle dirette dipendenze della Provincia le hanno rilevate. Il Molise no, forse non ancora, se l’interesse che è ripartito attorno alla Albino scuoterà le coscienze, si diceva negli anni ’70, di chi gestisce le attività ma anche gli spazi culturali. La petizione lanciata su Change.org è ancora aperta.