Le nuove regole previste dall’ANAC sulla digitalizzazione di tutti i contratti di appalto o concessione, anche per piccoli importi, penalizzano i territori più deboli, come quelli montani e delle aree interne, e favoriscono l’ulteriore spopolamento dei piccoli comuni. Ad affermarlo è il sindaco di Capracotta, nonché presidente di Uncem Molise, Candido Paglione, secondo cui vanno subito reintrodotti gli smart cig, ovvero i codici identificativi di gara semplificati.
A partire dallo scorso 2 gennaio ha preso il via la digitalizzazione dell’intero ciclo degli appalti e dei contratti pubblici, così come previsto nella delibera ANAC del 13 dicembre 2023. In pratica, la digitalizzazione adesso si applica a tutti i contratti sottoposti alla disciplina del Codice, ossia contratti di appalto o concessione, di qualunque importo, sia nei settori ordinari che in quelli speciali. Viene così modificato completamente il sistema dei Codice identificativi di gara, con la soppressione dei cosiddetti “smart cig” che rappresentano in pratica il 90% dei Cig nei piccoli comuni.
“L’Uncem – dice il sindaco di Capracotta – ritiene che sia stato inopportuno modificare le procedure fin qui utilizzate, perché si tratta, di fatto, di precludere la possibilità di fare gli acquisti nei piccoli esercizi commerciali di vicinato e montani. Obbligare, infatti, ditte artigianali o individuali oppure i negozietti di paese ad aderire a piattaforme telematiche per incarichi di poche centinaia di Euro è un’autentica follia.
“Abbiamo bisogno di semplificare e non di complicare ulteriormente le cose” aggiunge Paglione, che annuncia di aver chiesto ad Anac e al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di abolire il Cig almeno per gli acquisti di beni e servizi fino a 5mila euro.