“Chi ha ucciso mio padre è ancora vivo e vegeto e non ha 90 anni. L’unico motivo per il quale c’è ancora tutto questo silenzio sull’omicidio di mio padre è solo perchè l’esecutore o gli esecutori del delitto sono ancora vivi”. E’ quanto ha detto Andrea Pecorelli, figlio di Mino Pecorelli, ucciso la sera del 20 marzo 1979 nel quartiere Prati a Roma. Tanto tempo è trascorso ma su delitto del giornalista molisano di Sessano non è mai stata fatta luce. Mandanti e esecutori non sono mai stati individuati. Dopo i processi andati a vuoto, nel 2019 è stata aperta una nuova inchiesta sull’omicidio, inchiesta tuttora in corso. Di questo il figlio di Pecorelli ha parlato intervenendo alla trasmissione “Crimini e Criminologia” di Cusano Italia Tv, la televisione dell’università Niccolò Cusano. “Sono perplesso – ha aggiunto – per il fatto che nonostante la riapertura delle indagini, in quattro anni e mezzo non è accaduto niente di che. Nemmeno noi siamo stati sentiti dal magistrato”. Alla trasmissione era ospite anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise e presidente del Corecom Enzo Cimino. L’Odg del Molise infatti si è costituito parte offesa nella nuova inchiesta sull’omicidio. Cimino ha annunciato che sta lavorando per istituire in regione un premio intitolato a Pecorelli. “E’ stato l’unico giornalista martire della nostra regione – ha detto – per troppo tempo tenuto ingiustamente ai margini e che merita un riconoscimento nel suo Molise”.