C’erano tutte le facce che ci dovevano stare, vecchie e nuove, gli ex sindaci Di Fabio Massa e Gravina, l’intellighenzia al completo, che non guasta mai tra la sinistra e l’ultrasinistra, i segretarie dei partiti e poi c’era lei, Maria Luisa Forte, candidata a Sindaco di Campobasso per la coalizione progressista. Questa volta PD, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Socialisti e anche il Movimento per l’Equità Territoriale, che ha tra i suoi busti quello dell’ex sindaco di Termoli, il notaio Greco, hanno fatto le cose con largo anticipo, chiudendo i giochi con oltre cento giorni di anticipo rispetto alle elezioni amministrative fissate per l’8 e 9 giugno di quest’anno.
I Care, è questo lo slogan dell’aspirante sindaca che cita Don Milani, citato a sua volta nei tempi andati da Walter Veltroni. I Care, difficile da tradurre in campobassano ma che in italiano significa “mi prendo cura”. Mi prendo cura della città.
Tra i protagonisti della trattativa lampo che ha individuato il nome della Forte c’è il coordinatore regionale del M5S, Antonio Federico. Positiva l’esperienza del monocolore grillino a Palazzo San Giorgio, dice, ma è venuta l’aro di allargare gli orizzonti. Dallo splendido isolamento degli anni ruggenti di Grillo e Casaleggio, all’ecumenismo a macchia di leopardo di Conte, il movimento di strada ne ha fatta.
