A pochi giorni dal suo arrivo in Molise per il concerto in programma domenica prossima, giorno di Pasqua, all’Auditorium di Isernia, Amedeo Minghi si racconta, parla del suo nuovo tour e del suo nuovo disco. I concerti, al momento una decina, sono cominciati giovedì scorso con la data zero ad Aprilia; si prosegue stasera a Firenze e poi domenica a Isernia. Seguiranno poi altri 6 spettacoli, tutti ad aprile: Legnago (12), Milano (13), Alessandria (14), Napoli (22), Lecce (23) e Senigallia (28). Il nuovo disco invece, che uscirà in autunno, è stato anticipato in questi giorni dall’uscita del singolo “Non c’è vento stasera”.
Partiamo proprio dal nuovo disco: chi verrà ai concerti potrà in parte ascoltarlo in anteprima?
“E’ così. Uscirà in autunno, ma nella scaletta di questo tour teatrale ho inserito 3 delle 12 nuove canzoni con tematiche alle quali tengo particolarmente. Del resto ho un pubblico talmente affezionato che merita qualcosa in più di un concerto e basta. Sono delle anticipazioni per far capire da che parte sono andato”.
Tour teatrale. E’ una dimensione più adatta per la sua musica rispetto agli spazi più grandi?
“Il teatro consente di guardare tutto in maniera più intima, da vicino. Il teatro ha questo grande vantaggio perché ti trovi davanti a centinaia di persone e non a migliaia quindi si può fare un discorso un po’ più accurato, personalizzato, anche con monologhi e presentando i brani. Ci sono poi canzoni che, per esempio, si possono fare pianoforte e voce alternandoli all’orchestra”.
A proposito dell’orchestra, in questo tour ha con lei sul palco una formazione allargata, tra orchestra e band.
“Sono 13 elementi, siamo in 14 sul palco. E’ uno spettacolo bello e anche il debutto ad Aprilia è stato molto bello e commovente. Poi fare ascoltare pezzi nuovi al pubblico non è facile perché le persone normalmente ascoltano i nuovi brani in tv o dalla radio o adesso sui social. Anche per me sarà importante perché potrò testare i nuovi brani, vedere la reazione del pubblico”.
Il tour è anche l’occasione per celebrare i 40 anni, appena festeggiati, di una delle sue canzoni più famose e amate: 1950. Che bilancio fa di questi 40 anni? Quali sono stati i momenti più belli e quelli più difficili?
“Le difficoltà sono state tante perché, facendo una musica molto personalizzata, ho dovuto affrontare parecchie volte la diffidenza dei discografici o di certi addetti ai lavori. Ho vissuto sempre una dualità: sono stato molto considerato o molto contestato perché è difficile anche incasellarmi. Per quanto riguarda i momenti più belli invece io faccio sempre riferimento al mio brano più importante che è ‘L’immenso’. E’ una canzone del 1976: avevo già fatto molti successi come autore e avevo già pubblicato due album, però senza fortuna. Invece è arrivata questa canzone e mi ha dato un successo europeo, importante. Mi ha dato la patente di cantautore. Ancora oggi, dopo tutti questi anni, è uno dei miei brani più gettonati”.
Tra pochi giorni sarà in Molise per un concerto particolare, insolito, perché sarà nel giorno di Pasqua all’Auditorium di Isernia.
“Sì, sono incuriosito da questa cosa che è inusuale. C’è sempre il dubbio che nel giorno di festa la gente abbia altro da fare. Una Pasqua in teatro è una novità per tutti, anche per me. Di sicuro il pubblico arriverà con la pancia piena”.
Cosa pensa di questa regione? La conosce?
“E’ un posto forse un po’ misterioso perché è piccolino è sta lì in mezzo. Ci sono stato a fare concerti, ma non lo conosco bene, non mi sono mai soffermato. Ora questo concerto di Pasqua sarà l’occasione per conoscerlo meglio e anche per assaggiare qualche dolce di Pasqua perché se è vero che il Molise lo conosco poco è anche vero che una cosa la so con certezza: so che si mangia benissimo, è una cosa fantastica. Ricordo pranzi e cene incredibili. E poi le porzioni che fanno… Ecco, ricordo che l’accoglienza che mi hanno riservato in Molise è stata sempre proverbiale”.