Dopo il comprensibile passo indietro di Quintino Pallante in vista delle amministrative, il centrodestra molisano sembra essere finito nelle sabbie mobili, impantanato in una trattativa che sembra al momento non portare da nessuna parte. Il Presidente del Consiglio regionale, forte di una lunga esperienza sul campo della politica, si è chiamato fuori da quel tiro incrociato di veti e rivendicazioni che rappresenta l’esatto contrario di quello che occorre per affrontare e vincere una competizione elettorale. Sta di fatto che, uscito di scena Pallante, il tavolo del centrodestra non è riuscito a fornire alcuna indicazione né per il comune di Termoli né, soprattutto, per quello di Campobasso. Se nella cittadina adriatica la vittoria sembra a portata di mano, a prescindere dalla maglietta politica che indosserà il futuro sindaco, a Campobasso le cose stanno diversamente. Il centrosinistra è partito da tempo, con la candidatura di Maria Luisa Forte che tappezza già le strade della città, mentre la coalizione avversaria dopo la riunione di venerdì scorso si è aggiornata a venerdì 5 aprile. Tempi troppo lunghi, rumoreggiano gli scontenti all’interno della coalizione, che rischiano di favorire la controparte. Da più parti si chiede di riprendere la trattativa ad oltranza, sino alla definizione tanto del programma quanto delle candidature. Le diverse anime del centrodestra, ciascuno per propria parte, rivendica un vertice amministrativo tra i due più appetibili. Alla base della richiesta ci sono varie letture dei risultati elettorali che incrociano il dato comunale con le risultanze emerse sia dalle ultime politiche che dalle recenti regionali. Insomma, l’impressione che se ne ricava è che il centrodestra sia in una fase di torsione su se stesso, una pericolosa danza del ventre che va arrestata, pena consegnare agli avversari un vantaggio che, specie nel capoluogo di regione, potrebbe essere fatale. Insieme a Maria Luisa Forte per i progressisti e Pino Ruta per i movimenti civici, il nome del candidato del centrodestra non può tardare ulteriormente.