Certi libri arrivano come buone notizie ed è senz’altro il caso di questa antologia di Racconti molisani, usciti nel cuore dell’Ottocento sulle appendici letterarie dei periodici locali e pubblicati oggi da Volturnia Edizioni.
La cura del volume è affidata a Davide Monaco, architetto e scrittore, e Michele Tuono, giornalista e ricercatore, autore con il compianto Giambattista Faralli della monumentale pubblicazione su La stampa periodica molisana che solo per la parte relativa all’Ottocento occupa cinque volumi.
E proprio a Giambattista Faralli, con un omaggio toccante, il libro è dedicato.
La buona notizia sta nell’attenzione degli studiosi, armati di passione e competenza, alle vicende di una storia che sembra tutta da scoprire e piena di sorprese. A partire dal «cospicuo numero di accademici, egregi letterati, grandi giornalisti, uomini politici, ministri del regno, allevati quando erano sconosciuti adolescenti» sulle pagine dei giornali molisani di quell’epoca, come si legge nella accurata introduzione, ricca di informazioni, notizie, rimandi bibliografici che aiutano a ricostruire una realtà dinamica e piena di fermenti culturali, che spesso nascono intorno a quello storico laboratorio di talenti e di grandi carriere che era il Liceo «Mario Pagano» di Campobasso (l’attuale Convitto).
Tra i racconti, prove acerbe, ma già promettenti, e piccoli capolavori; leggende e tradizioni popolari; gli amori proibiti e i primi drammi dell’emigrazione; matrimoni non voluti e storie segnate dal destino.
Le scene di una campagna brutale e feroce, quando una “sola parola bastava per mettere mano ai coltelli”, si alternano alle atmosfere soffici ed eleganti dei salotti borghesi.
Una antologia che getta fasci di luce su un mondo inedito e nascosto, quasi segreto, e sfata la cupa leggenda di un Molise marginale, arretrato, chiuso, anche sul finire dell’Ottocento, e relegato in una periferia estrema, oltre i limiti del mondo.
Ed è anche il giusto tributo all’impegno profuso da intere generazioni di narratori, studiosi, giornalisti, per scoprire e costruire quella che è oggi la nostra identità.