di Pietro Colagiovanni
Lo Stato italiano è uno Stato fallito, depredato da milioni di individui da generazioni ormai. Uno Stato oggetto delle mire di arricchimento di una buona fetta di popolazione, con discrete possibilità di successo se si guarda alle statistiche. In Italia si pagano montagne di tasse, ogni giorno, in continuazione e su ogni possibile transazione e in cambio i servizi pubblici sono tra i più scadenti nel mondo così detto progredito.
Una notizia rende plasticamente l’idea di cosa sia lo sfascio italiano. Dopo una ventina d’anni le autorità di controllo, i magistrati si sono accorte e hanno scoperto che i dirigenti dell’ormai defunta aereolinea Itavia, quella dell’aereo abbattuto non si sa da chi sopra Ustica, avevano svuotato le casse sociali per ben 130 milioni di euro, soldi da destinare al risarcimento delle povere vittime di un incidente ancora avvolto (volutamente seconde me) nel mistero. Uno Stato così, con gente così dove può mai andare? Oltre ad essere uno Stato distrutto dalle ruberie continue di lobby assatanate è anche uno Stato con tratti di demenzialità.
Uno notizia interessante al solito, presi come siamo dall’ultimo monologo o dall’ultima polemica politica sul nulla più torrenziale o sulle diatribe dei giornalisti di La7, è passata sotto silenzio. Al Parlamento si sta facendo strada su iniziativa della Lega (spiace per chi ama contestare qualcuno a prescindere, ma in questo caso i meriti sono chiari) una proposta di legge per l’abolizione del numero
chiuso per l’accesso alle facoltà di Medicina. Una delle normative più incredibili che da decenni sta distruggendo la sanità italiana. Una buona notizia per la quale, per essere bipartisan e nella colpevole connivenza di tutte le parti politiche, solo il buon Vincenzo De Luca, insieme alla sunnominata Lega, si era speso pubblicamente. Per capire quanto marcio sia il sistema è subito arrivato un comunicato che criticava
aspramente la lodevole iniziativa dei leghisti. E chi lo firmava? Incredibilmente lo stesso Ordine dei medici, cioè quelli che qualche anno fa avevano fatto i manifesti per denunciare la progressiva desertificazione della professione medica in Italia. E perché? Probabilmente una mossa politica, vista l’accanimento (a volte anche giustificato, per carità) con cui si colpisce tutto quello che fa o propone la Lega e il suo leader Salvini.
Ma la cattiva e bassa politica spiega fino ad un certo punto. Più di tutto è stata la reazione viscerale di un gruppo di gerontocrati autoreferenziali (manco dovessero campare in eterno) che governa gli ordini (questi sì residui fascisti altro che pappardelle dei giorni nostri) , ordini inutili costosi e dannosi e che governa l’Italia più in generale. Gente che dice no a tutto: allo smart working, all’abolizione del numero chiuso, alla libertà di scelta nell’acquisto di un’ auto o all’uso di una caldaia e che impone la propria visione retrograda e dirigista del mondo. Gruppi per la stragrande maggioranza formati da incompetenti, assatanati dal potere e soprattutto dagli agi e dai soldi che il potere concede. E quindi si al numero chiuso, si a bruciare il futuro di tanti giovani, si a bruciare il futuro di gente che non avrà cure adeguate, soffrirà e a volte morirà. Tanto a loro tutto questo non tange: sono immortali…
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