Negli ultimi anni se ne sono viste di tutti i tipi. Prima le truffe agli anziani, i finti incidenti, i falsi nipoti e poi ancora i raggiri legati ai falsi avvisi dei corrieri per i pacchi in arrivo e quelli della banca che ti comunica prelievi in corso dal tuo conto corrente. Negli ultimi giorni però l’ultima frontiera delle truffe online è quella degli smartphone sotto attacco. Decine, centinaia di casi segnalati anche in Molise con gli utenti esasperati.
Tra i raggiri più frequenti in queste ore quello che ruba il profilo Whatsapp. Un contatto conosciuto ti chiede di mandare indietro un codice inviato per sbaglio e invece si finisce in un vortice dal quale poi è difficile uscire. Una volta subito il furto della propria identità Whatsapp questa viene usata per compiere lo stesso reato a molti dei contatti presenti in rubrica. Una sorta di catena di Sant’Antonio 2.0. L’altra truffa che imperversa e la cosiddetta Wanagiri, proveniente dal Giappone e già nota da tempo ma ora tornata in auge in una nuova versione. Nella versione per così dire classica il truffatore punta alla curiosità della vittima, che è spinta a richiamare un numero dal quale ha ricevuto solo uno o due squilli. Questa azione però può far addebitare costi salati in bolletta o azzerare il credito telefonico; altre volte, possono persino essere attivati servizi ad abbonamento mai richiesti che svuotano periodicamente il conto. La nuova versione che circola in questi giorni presenta un passaggio ulteriore, che la rende ancora più pericolosa. Quando il numero della truffa viene richiamato, viene riprodotto il suono dello squillo, lasciando intendere alla vittima di non aver ancora ricevuto risposta. Ma si tratta di un audio pre-registrato: la telefonata è già partita, i secondi scorrono, e con loro l’addebito aumenta mano a mano. Come ci si può difendere? Spesso le chiamate arrivano da numeri internazionali che hanno prefissi come questi: Tunisia, Regno Unito, Moldavia, Kosovo o Cuba.
