Bocche cucite a Palazzo San Giorgio. Marialuisa Forte, neo Sindaca di Campobasso, è alle prese in queste ore con il primo rompicapo del suo cammino: la costituzione della Giunta comunale i cui termini perentori di presentazione scadono nella giornata di sabato prossimo.
L’idea della Sindaca, quella manifestata sin dal primo momento, è di un esecutivo con quattro assessori. Conti alla mano: uno ciascuno a PD, M5S, Civici e Alleanza Verdi Sinistra Socialisti. Questo sulla carta, poi nella realtà le cose cambiano e la soluzione salomonica va a finire in soffitta davanti alle pretese dei partiti. Su quattro il PD ne chiede due, due anche i civici, una coppia anche i 5 Stelle che però potrebbero raggiungere un compromesso ad uno e, invece, almeno uno al gruppo Verdi – Sinistra – Socialisti. Fatti i conti si arriva a sei o sette sui quattro previsti come assetto iniziale.
Immaginiamo quindi le prime notti insonni di una Marialuisa Forte in versione Lady Macbeth chiamata ad assumere decisioni da dramma shakespeariano. La sindaca potrebbe anche optare per una soluzione interlocutoria rispettando da un lato la norma statutaria che impone la costituzione dell’esecutivo entro sabato prossimo e, dall’altro, asciugando la Giunta al minimo sindacale di due unità per poi completare il lavoro successivamente. C’è la possibilità di arrivare sino a nove componenti e, nel totogiunta, potrebbero esserci sorprese. L’anatra sarà anche zoppa ma la politica, per definizione, fa concorrenza in tutto il mondo ai reparti di ortopedia.
In attesa che il mistero giunta si sveli, a svelarsi è la data di convocazione del primo Consiglio comunale: adunanza in prima battuta il giorno 12 luglio e, in seconda, il successivo 15. Primo adempimento sarà quello della elezione del Presidente del Consiglio comunale. Qui i nomi che entrano in gioco sono quelli del centrodestra sui quali potrebbero convergere i consiglieri eletti con forte. A circolare sono i nomi dello stesso candidato sindaco, Aldo De Beedittis, insieme a quelli di Salvatore Colagiovanni dei Popolari per l’Italia e Giovanni Varra, di Fratelli d’Italia.
