A 32 anni dalla strage di via D’Amelio, la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino” di Trivento ricorda gli “Angeli” scorta del magistrato. Il responsabile della Scuola, don Alberto Conti, con una frase di Lucia figlia di Paolo Borsellino, anch’esso ucciso nell’attentato terroristico-mafioso del 19 luglio 1992, vuole mettere in evidenza l’estremo sacrificio degli agenti di scorta scomparsi in quel tragico evento che ha segnato la storia della Repubblica, insieme all’altra strage del 23 maggio dello stesso anno, con la morte del magistrato Giovanni Falcone e la sua scorta: Agostino Catalano, di anni 43; Claudio Traina di anni 27; Emanuele Loi di anni 24; Eddie Walter Cusina di anni 31; Vincenzo Fabio Li Muli di anni 22. “Quella stessa sera suonano al citofono – scrive Lucia Borsellino – Dietro il portone del nostro palazzo c’è una processione di carabinieri e poliziotti, una cosa sommovente. Sono colleghi dei ragazzi morti a Capaci, vengono per chiedere a mio padre una raccomandazione. No, non si pensi male. Hanno un solo desiderio: ora vogliono scortare lui. Chiedono “una buona parola” – chiude Lucia Borsellino – per andare incontro alla morte”. Invece, nella strage di Capaci, oltre a Falcone, caddero la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinari.