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domenica, Settembre 8, 2024

“Un patrimonio sommerso” alla ricerca della città di Buca

Apertura“Un patrimonio sommerso” alla ricerca della città di Buca

Riportiamo di seguito l’intervista svolta dal giornalista Francesco Di Giacomo alla professoressa Lucia Checchia.

1) Il suo libro “Un patrimonio sommerso. Il porto frentano di Buca tra storia, tutela e valorizzazione”, è un interessante trattato storico basato sulle ricostruzioni di testimonianze raccolte nel corso dei secoli e tramandate fino ai giorni nostri attraverso alcuni scritti dove la presunta “Atlantide del Molise” sarebbe stata citata addirittura da Plinio il Vecchio, che la indicava come un importante scalo marittimo.

Il libro è il frutto di un lungo e meticoloso lavoro diricerca cominciato nel 2005. Si tratta di un’approfondita analisi geo-storica per la quale mi sono avvalsa di una pluralità di fonti tra loro eterogenee, esaminate criticamente per valutarne l’affidabilità e per ricostruire gli eventi nel modo più preciso possibile. L’opera nasce infatti con l’intento di fare chiarezza sulla localizzazione del porto frentano di Buca, menzionato da Plinio, Mela, Strabone e Tolomeo, ma la cui esatta ubicazione resta tuttora incerta. Da qui nasce il riferimento ad Atlantide.L’obiettivo finale del lavoro è quello di fornire un quadro conoscitivo di base. Ho iniziato dalle uniche quattro fonti coeve, proseguendo con l’analisi dei lavori di autori successivi, concludendo con le indagini effettuate nel tratto di mare compreso tra la Torre del Sinarca, a Termoli, e i ruderi della torre di Petacciato. Le ultime indagini sono state realizzate durante il progetto Atlantide, grazie al quale è stato possibile recuperare due ceppi di ancora romana, oggi esposti in una teca di vetro presso l’Istituto Alberghiero di Termoli. Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare per rispondere ai numerosi interrogativi ancora aperti. Purtroppo, si è sempre trattato di indagini sommarie che, seppuraggiungono tasselli alla storia, non ci consentono di avere certezze sulla reale ubicazione di Buca. Tuttavia, la presenza di una necropoli frentana in località Porticone, a pochi chilometri in linea d’aria dalla zona indagata, lascia ben sperare.

 

2) Ripercorriamo rapidamente le tappe che hanno consentito agli archeologi di scoprire reperti nascosti. È vero che la necropoli di cui ha fatto cenno risale al VI sec. a.C.?

I primi studi compiuti nel tratto di mare compreso tra la torre del Sinarca e la torre di Petacciato risalgono al 1975 quando il Prof. Luigi Marino avviò un’indagine con l’intento di individuare delle strutture murariesommerse e valutare la qualità e quantità dei frammenti di anfore rinvenuti in zona. Nel 1977 il Prof. Filippo di Donato, grazie a delle foto a raggi infrarossi scattati lungo la costa, fu in grado di rilevare segni palesi di antichi insediamenti in cui era possibile distinguere la geometria delle costruzioni e la presenza di strade. Negli anni ’90 del Novecento, il prof. Data documentò, grazie alle immagini girate da Sergio Cipolla, muri perimetrali di varia altezza e l’esistenza di una strada in lastricato.Poi ancora, sempre negli anni ’90, è stata confermata, attraverso delle immagini subacquee, la presenza di strutture di epoca romana. La necropoli frentana di località Porticone è situata a circa due km in linea d’aria dalla costa ed è stata portata alla luce nel 1978. Le tombe indagate, circa un centinaio, sono collocabili nel periodo compreso tra l’VIII e il III secolo a.C. con un picco massimo di utilizzo intorno alla seconda metà del VI secolo a.C. Tanto altro è contenuto nel libro. Mettendo insieme tutti i tasselli possiamo certamente affermare che quella in questione è un’area di sicuro interesse archeologico, che è certa l’esistenza di Buca come è altrettanto certo che le risposte circa la sua esatta ubicazione non potranno mai giungerci attraverso l’analisi delle fonti scritte in nostro possesso. L’unica speranza è quella di andare avanti con le ricerche in mare. 

 

3) Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro e qual è il target di lettori al quale è rivolto?

La spinta a scrivere questo libro è nata dalla mia profonda passione per l’archeologia e dal desiderio di condividere le mie scoperte e riflessioni con un pubblico più ampio. Il libro è rivolto principalmente agli appassionati di archeologia, ma rappresenta anche una solida base di partenza per chiunque desideri approfondire le proprie indagini sul campo. Il libro fornisce una panoramica aggiornata e dettagliata dello stato attuale delle ricerche archeologiche, offrendo così un prezioso strumento di riferimento sia per esperti che per neofiti.

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