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domenica, Settembre 8, 2024

Radici

di Giuseppe A. PISANI*

Ci sono cose che custodiamo nei grandi armadi della memoria. Ogni uomo porta sempre con se, durante la sua vita, i sapori, l’aria e le bellezze del luogo in cui è nato. Soprattutto se si trova lontano dalla sua terra, ripensa con nostalgia ai luoghi nei quali ha trascorso la sua infanzia e, dai quali non avrebbe mai voluto allontanarsi, e ripercorre nella sua memoria tutte quelle cose (natura, casa, persone…) che rendevano speciale il suo paese. Mi viene da pensare ai nostri tanti molisani, costretti a lasciare il proprio luogo natio e, oggi, ai tanti giovani “cervelli in fuga” che si vedono costretti a spostarsi, e non di poco,(la nuova emigrazione), fenomeno assai doloroso. Il tema del paesaggio natio è caro a tanti scrittori e poeti, soprattutto a coloro i quali sono stati costretti ad allontanarsi dalle proprie radici. Mi piace ricordare Foscolo che scriveva a Zacinto, rivolgendosi alla terra dei suoi natali, cantandone le bellezze naturali, il mar Ionio, mettendone in risalto l’importanza letteraria ( l’Isola infatti, ha dato i natali a Venere ed è stata anche menzionata nella celebre Odissea di Omero). Purtroppo a Zacinto di Foscolo resterà soltanto il canto nostalgico, in quanto, essendo in esilio non potette tornare neppure da morto.

Amaro è l’allontanamento forzato dalla propria terra, ciò lo si può notare, nello splendido passo del Manzoni dell’ “ Addio ai monti” contenuto alla fine dell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi, questa , forse, è una delle pagine più belle dell’ opera manzoniana. Mi piace ricordare il Carducci, nella sua poesia tratta dalle rime Nuove intitolata Traversando la Maremma toscana, esalta la bellezza dei luoghi in cui è cresciuto, in un viaggio in treno, ormai uomo maturo, prossimo al trapasso, non vuole esimersi di elogiare e descrivere la sua dolce Maremma, nel rivedere i luoghi della sua infanzia, prova forti sensazioni, ricordando i sogni fatti in gioventù. Altri come D’Annunzio, hanno difficoltà a lasciare la propria terra e, in una lirica contenuta nella raccolta Alcyone, intitolata ai pastori, vuol essere proprio come loro che, ogni settembre lasciano la loro terra per condurre il gregge verso il mare. Prima di partire, però, essi bevono alle fonti montane, affinchè il sapore dell’acqua natia rimanga nel loro cuore nel periodo di allontanamento. Insomma ogni persona, non può e non deve dimenticare il luogo in cui è nato, portandone sempre con se, le bellezze, le gioie e i momenti difficili della propria esistenza. Chi dimentica le proprie radici non ha futuro.

* appassionato di ricerche sui borghi

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