Attività riparative e reinserimento di persone in esecuzione penale, firmata la convenzione tra Uepe e Caritas diocesana di Trivento. Il 29 luglio scorso è stata sottoscritta in Campobasso la convenzione tra l’Ufficio di Esecuzione Penale di Campobasso-Isernia (UEPE) e la Caritas Diocesana di Trivento allo scopo di “promuovere azioni concordi di sensibilizzazione nei confronti della comunità locale rispetto al sostegno e al reinserimento di persone in esecuzione penale; promuovere la conoscenza e lo sviluppo di attività riparative a favore della collettività; favorire la costituzione di una rete di risorse che accolgano i soggetti ammessi a misura alternativa o ammessi alla sospensione del procedimento con messa alla prova che hanno aderito ad un progetto riparativo”.
L’accordo – fa sapere il responsabile Caritas Trignina, don Alberto Conti- è a beneficio dei condannati in misura alternativa alla detenzione e agli imputati, autori di diversi tipi di reato per i quali la pena non supera i quattro anni ai sensi della legge 67 del 2014.
In pratica, tale modalità di esecuzione della pena dà piena attuazione al dettato dell’art. 27, comma 3, della Costituzione, valorizzando la funzione di rieducazione con beneficio dell’intera comunità oltre che del singolo cittadino imputato.
Secondo il Direttore dell’UEPE Del Prete “E’ un accordo importante per il reinserimento sociale degli imputati e dei condannati e per il buon esito della sospensione del procedimento penale. E’ fondamentale – ha continuato Del Prete – il lavoro in rete e la possibilità data a queste persone di essere abbracciati dalla comunità, favorendo un buon esito del trattamento”.
La convenzione giunge a riconoscimento delle positive esperienze già maturate con la Caritas Diocesana di Trivento, che ha accolto nelle sue sedi di C/da Vivara e di Agnone imputati o condannati per i loro percorsi riabilitativi. Sono esperienze preziose- chiude don Alberto Conti – per portare avanti la missione della Caritas, che è quella di accogliere ed accompagnare le persone più fragili soprattutto nei momenti di difficoltà materiale e valoriali”.