Era stato catturato a Gradisca d’Isonzo, ai piedi delle Alpi Giulie, quattro giorni dopo l’armistizio. Sottotenente delle ‘penne nere’, Michele Montagano non aveva ancora 22 anni quando si rifiutò di continuare a combattere per la Germania e di aderire alla Repubblica di Salò.
E’ morto nella sua casa di Campobasso, a 102 anni, gran parte dei quali passati a testimoniare la ferocia nazista. Con lui scompare l’ultimo molisano deportato. In queste immagini, l’ultimo abbraccio con Gilberto Fazzini, partigiano nel giorno del 25 aprile dello scorso anno. Due uomini accomunati dalla Resistenza ai nazifascisti e dall’amore per la libertà.
L’anno prima Michele Montagano aveva compiuto cento anni e il Comune di Campobasso aveva voluto festeggiarlo con una cerimonia a palazzo San Giorgio.
Lui, personaggio schivo e mai banale, aveva voluto rivolgere un pensiero alle nuove generazioni.
Le lacrime di commozione avevano rigato il volto dell’ex alpino, premiato anche dalla sindaca di Casacalenda, paese dove era nato.
Una delle sue ultime uscite pubbliche, il 25 aprile di un anno fa. Da oggi, il fiore del partigiano è anche per Michele Montagano
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