Ore contate per il gran caldo torrido che ha messo in ginocchio mezza Italia e in crisi molte produzioni agricole.
La Legacoop ha già stimato in quattro miliardi di euro i danni provocati dalla siccità, che si è abbattuta sulle regioni meridionali. In Basilicata, dicono i vertici delle cooperative, è andato perso il 90 per cento del grano. In Molise e in Campania a rischio la vendemmia, che segnerà una grave flessione.
I pozzi della Puglia e della Sicilia sono esauriti e il raccolto del pomodoro nel Tavoliere e del pachino in molte province dell’isola è messo a repentaglio dalla mancanza di acqua.
L’Abruzzo si prepara a chiedere lo stato di calamità e uno degli indicatori della gravità della situazione è il livello dell’invaso di Chiauci, al confine con il Molise. Sul lato opposto la situazione del lago di Occhito è già nota. Ormai da cinque giorni l’acqua dell’invaso non può più essere utilizzata per uso irriguo.
Ma non è finita qui. L’abbassamento delle temperature annunciato dai meteorologi nelle prossime ore, in alcuni casi anche di una decina di gradi, provocherà una forte instabilità in molte zone del Paese.
Oggi sono solo 4, rispetto alle 22 dei giorni scorsi, le città con il bollino rosso: Campobasso, Brescia, Bari e Palermo. Ma la protezione civile ha già diramato l’allerta in diverse regioni per il rischio di forti temporali e grandinate.
Dunque, dove la terra è ormai spaccata dall’arsura, la pioggia violenta completerà l’opera distruggendo quel poco che c’è rimasto.
Anche la temperatura del mare ha raggiunto punte da record. In Adriatico l’acqua ha toccato punte di 28 gradi e mezzo, mettendo a repentaglio la vita di molte specie marine. L’estate più calda di sempre sta per essere messa alle spalle, ma dicono gli ambientalisti e gli esperti di climatologia gli effetti del disastro non sono ancora del tutto visibili.
Caldo africano con le ore contate, Legacoop: danni per 4 miliardi
