Alla sola pronuncia, la parola COVID provoca ricordi terribili, lutti, disperazione e camion militari carichi di bare. Poi l’umanità ha rialzato la testa grazie alla scienza, sono arrivati i vaccini e l’incubo via via si è allentato. Oggi scienza e strutture hanno fatto passi avanti ma la malattia resta e, soprattutto, permane il rischio di emergenze epidemiologiche. In tal senso assume carattere di positività la notizia che in Molise si avvia a soluzione la questione Torre Covid, la struttura pensata e progettata per fronteggiare l’emergenza pandemica e che sinora è rimasta impastoiata in un serie di ritardi. Va detto che l’intera operazione è stata gestita direttamente dalla struttura commissariale romana che faceva capo al governo nazionale, quella per intenderci passata dai Commissari Arcuri e Figliuolo. Su questo si sono innestate nel tempo varie vicissitudini e contenziosi e, non ultima, una revisione dei prezzi di partenza che hanno creato non pochi problemi.
Da qualche giorno la situazione si è sbloccata e l’azienda sanitaria regionale ha già inoltrato alla ditta esecutrice la documentazione necessaria ad avviare i lavori che dovrebbero partire nel giro di un paio di settimane. Considerando che la l’immobile individuato presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso – l’ex hospice – non necessita di interventi strutturali importanti ma di un adeguamento, i lavori potrebbero concludersi nell’arco di sei/otto mesi. Data limite per il collaudo è in ogni caso il mese di dicembre 2026, termine ultimo per la realizzazione delle opere finanziate attraverso il PNRR.
Andando sul piano concreto, la struttura, che ha raggiunto un costo di circa dieci milioni e mezzo di euro dai sette iniziali, prevede 14 posti di terapia intensiva e 21 di sub intensiva, oltre ad ambulatori e servizi di diagnostica.