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venerdì, Settembre 27, 2024

Acqua e buoi dei paesi tuoi

Idee e opinioniAcqua e buoi dei paesi tuoi

di Roberto Gravina*

Parlare di carenza di acqua, a Campobasso, sembrava una assurdità ed invece la realtà, come si suol dire, ha superato la fantasia.
È di questi giorni, infatti, la situazione di interruzioni del flusso idrico in città, la più grave delle quali è stata certamente quella avuta il giorno venerdì 20 settembre, quando il gestore del servizio idrico integrato G.R.I.M., con un preavviso di sole due ore, comunica la sospensione del servizio idrico in tutta la città.
Ma ricordiamo anche quanto accaduto, sempre in città, lo scorso maggio, quando a causa di una riduzione importante degli apporti di Molise acque ai serbatoi comunali, senza un preavviso certo su orari e zone interessate, si è verificata una interruzione vera e propria causa svuotamento dei serbatoi stessi.
La questione è molto complessa e coinvolge moltissimi soggetti, spesso ai più sconosciuti e con acronimi non sempre “simpatici”; per questo credo sia utile, per semplificare, chiarirne compiti e funzioni:

ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) è un’Autorità amministrativa indipendente che si occupa di regolamentare e controllare i settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore. Nel nostro caso, si occupa, in particolare, di stabilire i regimi tariffari.

S.I.I. (Sistema Idrico Integrato), che per volontà del legislatore nazionale, è stato introdotto con il D.lgs 152/2006 ed in adeguamento ad una direttiva Europea. Impone che il ciclo dell’acqua ovvero captazione, adduzione e distribuzione di acqua per usi civili e di collettamento e depurazione delle acque reflue, sia gestito unitariamente e governato dalle regioni attraverso gli Enti di Governo d’Ambito (E.G.A.).

E.G.A.M. (Ente di Governo Ambito Molise): è il soggetto che governa tutto il sistema locale (avendo un unico Ambito per il Molise, viste le dimensioni) ed al quale compete la pianificazione di tutti gli interventi, compresa la determinazione della Tariffa Unica (sia per l’acquisto dal grossista che per la vendita all’utenza); è stato istituito con Legge regionale n. 4/2017 – ultima regione d’Italia –, è rappresentato gratuitamente dai Sindaci della regione ed è presieduto da un Presidente (remunerato) scelto tra questi.

ASR Molise Acque (già Erim), è l’Azienda Speciale Regionale che si occupa della captazione di sorgenti e pozzi; di adduzione negli acquedotti fino ai serbatoi comunali e gestione delle dighe della regione Molise, alimentando gli acquedotti molisani, pugliesi e campani – potremmo definirlo il “grossista dell’acqua potabile”.

G.R.I.M. s.c.a.r.l. (Gestione risorse idriche del Molise) – società consortile, interamente pubblica perché di proprietà dei comuni sottoscrittori dell’atto costitutivo per il 90% e per il 10% di A.S.R. Molise Acque. E’ il soggetto che gestisce il Sistema Idrico Integrato, sostituendo i singoli comuni (ad eccezione di Termoli, che pro tempore, ha la gestione di Acea Molise s.r.l. – società del Gruppo Acea s.p.a.) – potremmo definirlo il “distributore dell’acqua” dai serbatoi comunali fino alla rete fognaria e alla depurazione.

La premessa è doverosa poiché per spiegare la situazione, ciascuno di questi soggetti ha competenze e relative responsabilità.

Partiamo da un dato: l’emergenza idrica di cui oggi si parla e che alla base delle scelte di Molise Acque di ridurre la portata nei serbatoi comunali va letta sulla base dei numeri: alcuni ufficiali, altri desumibili dalla stampa locale.
Ma neanche si può sottacere la situazione relativa ai rapporti di debito/credito esistenti tra il grossista e il distributore, che pure hanno influito notevolmente sulla situazione, soprattutto in primavera e in estate.
È utile ricordare, infatti, che l’emergenza nasce come emergenza finanziaria: Molise Acque, giustamente, lamenta gravi problemi finanziari poiché accanto ai notevoli debiti accumulati – non pochi – si sono sommati due ulteriori problemi: i crediti vantati da Grim e il mancato adeguamento delle tariffe idriche ovvero l’obbligo di vendere l’acqua ad un costo basso, non parametrato al costo industriale attuale.
Nel primo caso, la ragione è legata alla mancanza di liquidità di Grim, che a sua volta ha accumulato ritardi notevoli per poter fatturare e quindi incassare somme, molti derivanti dalla complessità dei trasferimenti dei database informatici da parte dei comuni aderenti, altri derivanti dal fatto che anche per Grim era un inizio e come tale, ha peccato di fallibilità.
Nel secondo caso, la ragione dipende da Egam, che effettivamente sta ritardando nell’attuazione dell’adeguamento tariffario e quindi per Molise Acque significa operare con una perdita in quanto l’aumento dei costi industriali (il costo dell’energia elettrica, in particolare) non viene coperto dai ricavi della tariffa: si opera in perdita.

Dal canto suo, Grim, tra uguali e complesse difficoltà derivanti da lungaggini burocratiche, trattamento dei dati dei contribuenti, procedure assunzionali e mancanza di liquidità, ha ritardato sicuramente i pagamenti delle fatture di Molise Acque e soltanto di recente sta regolarizzando i pagamenti, tanto che la cifra versata finora, stando alle notizie apprese, sfiora i 5 milioni di euro (su un ammontare di circa 12 milioni).

Dunque, è proprio da qui che si deve partire per comprendere come l’emergenza finanziaria influisca anche su quella idrica.
Accennavo alla primavera perché la riduzione del flusso idrico su Campobasso viene operata non per carenza di acqua ma per risparmiare sui costi energetici derivanti dai consumi delle pompe di sollevamento di Santa Maria delle Macchie, che dalle sorgenti del Biferno (Santa Maria dei Rivoli – Pietrecadute – Rio Freddo) portano l’acqua al serbatoio di Monteverde di Vinchiaturo, dal quale si alimenta l’acquedotto “Molisano destro”, il maggiore delle reti acquedottistiche regionali, che alimenta Campobasso e i comuni più a valle, oltre che la Campania.

Per chiarezza, la rete acquedottistica molisana principale è composta da 3 acquedotti: il molisano destro, quello sinistro e l’ultimo in ordine di tempo di realizzazione ovvero il centrale, entrato in funzione dalla metà del 2020, non ancora completato, che trasporta l’acqua del Biferno nella zona del basso Molise, che per semplificare, veniva servita quasi esclusivamente dalle acque del Liscione.

Dopo un’estate di riduzioni del flusso idrico in molti paesi del basso Molise, ancora una volta giustificate dalla necessità di limitare i consumi degli impianti di sollevamento, di emergenza idrica ancora non si parla in modo chiaro o almeno non così evidente.

E veniamo al punto.
Secondo dati di Molise Acque riferiti alle sorgenti del Biferno, quest’anno i volumi sono in sofferenza ma non molto diversi da quanto accaduto nel 2022.
L’8 luglio si avevano 2000 litri al secondo mentre nel 2022, stesso periodo, 2300 l/s.
Stando alle dichiarazioni rese sempre da Molise Acque, al 31 luglio si avevano 1800 l/s (contro i 2100 l/s del 2022) e il dato sarebbe lo stesso anche a distanza di quasi due mesi, visto che in seguito alla riunione convocata dal presidente Roberti il 21 settembre (sacrosanta e doverosa decisione), dopo il disastroso stop idrico delle 15 senza opportuno preavviso, Sabatini dichiara che le sorgenti riescono ad erogare solo 1800 l/s a fronte di una portata “normale” di 2800.
Quindi, la riduzione del flusso su Campobasso dipenderebbe, sempre a detta di Sabatini, da un problema di risorsa.
Se si guardano i dati ufficiali di Molise Acque, nel 2022, stesso periodo, le sorgenti erogavano 1550 l/s (1600 nel 2020 e 1700 nel 2021), con delle fluttuazioni più marcate a causa dell’avvento delle piogge del periodo.

Ecco, dunque, che parlare di emergenza idrica è giusto ma non nei termini che ci viene raccontato. In parole povere, sicuramente la situazione richiede attenzione ma giustificare il razionamento idrico su Campobasso esclusivamente per questo, è a dir poco riduttivo.

Ma anche a voler restare esclusivamente sul dato idrico, oltre a discutere sull’opportunità di rivedere la quantità di acqua destinata al beneventano, finora non si è parlato dell’impatto del nuovo acquedotto molisano centrale, che, per l’appunto, trasporta l’acqua del Biferno fin sulla costa. E qui la questione diventa molto delicata poiché, come detto, prima del suo avvento, la diga del Liscione serviva proprio a garantire l’acqua e non sfuggirà che ad oggi, l’invaso, a differenza degli anni passati, stesso periodo, ha ancora un livello buono.
Dalle notizie ufficiali, sancite in atti normativi (vedi ultima delibera CIPE 30.11.2023), il potabilizzatore della diga viene messo in funzione per i 3 mesi estivi, al fine di aumentare il flusso di acqua per rispondere alle presenze turistiche sulla costa; nei fatti, quindi, l’acqua viene miscelata con quella del Biferno, se vogliamo sminuendone anche la qualità.

E allora, ci si chiede: se le necessità della costa, durante l’attuale periodo, sono sicuramente inferiori, non sarebbe utile interrompere gli apporti del molisano centrale pompando acqua esclusivamente dalla diga fino a quando le sorgenti del Biferno non torneranno adeguate a garantire il ritorno alla normalità?

In parole povere, perché non sfruttare l’invaso del Liscione proprio per compensare il sistema a monte? Anche in questo caso, torna la questione energia elettrica, in quanto il potabilizzatore ha consumi elevati (per tre mesi si stimano circa 2,5 milioni di kwh) mentre l’acqua del molisano centrale arriva per caduta (ad eccezione di alcuni serbatoi) e contemporaneamente si fermerebbe la centrale idroelettrica di Termoli.

Senza fare spot a favore o contro qualcuno, sarebbe il caso di chiarire bene le cose: l’acqua è un bene prezioso e ce ne stiamo accorgendo tutti.
Gli investimenti richiesti riguardano proprio tutti: Molise Acque, Grim (nata poco più di due anni fa e che eredita reti vecchie e con problemi di perdite non solo su Campobasso, come qualcuno vuole far credere) ed è giusto ricordare che i comuni, con le risorse che hanno avuto a disposizione fino all’avvento di Grim, riuscivano a malapena a fare le riparazioni. E non dimentichiamo che anche i depuratori richiedono attenzione se non vogliamo trasformare il nostro mare (e i nostri laghi) in un immondezzaio.

La partita è molto complessa e servono risorse importanti.

Grim è stata messa in piedi – e qualcuno forse fa finta di non ricordarlo – perché a partire dal 2022, tutti i fondi Pnrr e quelli statali per finanziare la risorsa idrica (compresa la depurazione) sono destinati obbligatoriamente ad un gestore unico, che nel nostro caso è totalmente pubblico (e la regione Molise non può fare diversamente rispetto ai fondi di propria gestione). Grim ha commesso errori al pari di altri soggetti che vantano una storia lunghissima e non sempre gloriosa (Molise Acque) ma appartiene ai sindaci e quindi ai cittadini. Sta lavorando tra mille difficoltà e anch’essa con problemi gestionali derivanti dalle difficoltà nei subentri delle gestioni comunali, con ogni conseguenza anche sulle entrate (emissioni delle fatture acqua).

Molise Acque deve efficientare i propri sistemi di sollevamento e investire nella produzione di energia elettrica pulita ma è chiaro che ha bisogno di risorse e di scelte ponderate.

Egam svolga appieno il suo ruolo di governo e assuma le decisioni senza assecondare nessuno ma solo gli interessi dei sindaci e delle comunità amministrate.

La regione faccia la sua parte e aiuti i comuni nel percorso di ammodernamento delle reti attraverso fonti finanziarie dedicate, che al sud non dovrebbero mancare.

Ma insomma, non si usi questa storia per annientare Grim e per indorare la pillola dell’ingresso del privato. Si badi, non è una questione ideologica, come qualcuno vuole narrare, ma il bene acqua può e deve fare a meno del profitto del privato.

E si pensi alla creazione di un unico soggetto giuridico pubblico che gestisca l’intero ciclo, che preservi le professionalità di tutte le maestranze già esistenti e che punti davvero a preservare l’acqua, che con i cambiamenti climatici in atto, diventa sempre più preziosa.

*Consigliere regionale Movimento 5 Stelle

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