Aumentare i salari, fermare l’autonomia differenziata, stabilizzare i precari e fermare i tagli ai presidi scolastici. Queste sono le richieste che fanno lavoratrici e lavoratori della conoscenza, che si sono ritrovati davanti all’ufficio scolastico regionale per aderire allo sciopero indetto dalla Flc Cgil dopo l’esito negativo del tentativo di conciliazione. La legge di bilancio presentata in Parlamento nei giorni scorsi di fatto non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024, viene imposto un taglio lineare del 25% del turn over delle amministrazioni pubbliche, si procede con un taglio secco della dotazione organica di docenti e ATA nelle scuole, non risponde alle richieste dei lavoratori del settore. “Il nostro salario non è stato adeguato all’inflazione, denuncia il sindacato. A fronte di un’inflazione cumulata pari al 18% in tre anni, abbiamo avuto un aumento del 6%”, fa presente la segretaria Flc Cgil Fabrizia D’Urbano”. Urgente poi, dice il sindacato, combattere il precariato per rendere stabile il lavoro, che in Molise tocca oltre 1300 insegnanti e Ata. “Gran parte di questo personale precario sono insegnanti di sostegno. Capiamo bene quindi che chi ne fa le spese sono i ragazzi più deboli e le loro famiglie”, commenta D’Urbano. La Flc Cgil dice no anche al dimensionamento scolastico e all’autonomia differenziata. Preoccupante, dice il sindacato, l’ennesimo provvedimento che la Regione Molise si accinge a varare, con il taglio di ulteriori 6 istituzioni scolastiche, 4 in provincia di Campobasso e 2 in provincia di Isernia. “In una regione come la nostra- conclude la segretaria D’Urbano- si rischia la desertificazione. Il problema non è perdere un dirigente scolastico, ma quello che rappresenta, ossia un presidio territoriale”.