I timori dei viticoltori molisani che il flagello della peronospora dell’anno scorso e le sue conseguenze avrebbe influito anche sulla produzione di vino di quest’anno sono stati smentiti alla grande: le stime di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini per la stagione 2024 mettono il Molise al primo posto della graduatoria della produzione nazionale di uva da vino. Unica regione ad aver registrato un + 100% rispetto all’anno scorso, due punti in più all’Abruzzo e distaccando nettamente Toscana, Friuli, Veneto e Emilia Romagna. Segno negativo, nella tabella dell’Osservatorio del vino, la Liguria, il Trentino-Alto Adige, la Sicilia, Valle d’Aosta e Sardegna. La Lombardia, ultima, ha registrato un -30% di produzione rispetto allo scorso anno.
Le viti molisane sono riuscite ad adattarsi ad una scarsità idrica- spiegano gli esperti- dovuta ad una primavera e un inizio di estate particolarmente asciutte e hanno reagito bene alla mutazione stagionale delle condizioni ambientali, in particolare quelle climatiche. In Molise si è registrato un anticipo medio di 7 giorni, dal germogliamento alla maturazione dell’uva, e questo senza comprometterne l’equilibrio. Inoltre, i viticoltori, memori dei problemi dell’anno scorso, sono stati attentissimi alla salute dei vitigni, per cui non si sono registrate malattie fungine: i vigneti si presentano sani, e le uve che arrivano in cantina fanno ben sperare per la qualità del prodotto finale.
La raccolta è iniziata in Basso Molise a metà agosto, con Chardonnay e Pinot Bianco. La qualità si sta rivelando ottima con volumi sicuramente superiori a quelli dello scorso anno.
A livello nazionale, sempre secondo le stime dell’Osservatorio, la produzione della bevanda di Bacco è passata da 38 milioni di ettolitri a 41 milioni, con un incremento del 7,1% , ma tuttavia calano i prezzi, in media di oltre il 26%, con punte che superano il -30% (i risultati peggiori in assoluto, rispetto ai prezzi dell’anno scorso, lo registrano Merlot, Sangiovese, Trebbiano e Grechetto) e calano i consumi di vino pro capite: dal 2010 al 2024 si sono più che dimezzati.