Una relazione ostacolata per anni. Un vortice di violenze, minacce, intimidazioni, fino a quando non ha deciso di denunciare i suoi persecutori. Quella di Gabriella, il nome è di fantasia per ovvie ragioni, è la storia di una donna della provincia di Isernia vittima di stalking. Il suo amore con un uomo, con cui c’è stato un lungo legame, non sarebbe andata giù ai figli di lui, che hanno provato in tutti i modi a contrastarlo.
Il primo avvertimento intimidatorio risale al 2018, quando le bruciarono l’auto che utilizzava per andare al lavoro. Nessuna denuncia in quell’occasione da parte di Gabriella: un po’ per amore, un po’ perché credeva che una denuncia contro ignoti non avrebbe portato a nulla.
Poi, davanti a una vera e propria escalation di fatti gravi, che avevano stravolto la sua vita, decise di raccogliere tutte le minacce, anche di morte, e di presentare una denuncia.
Davanti a questa presa di coscienza da parte di Gabriella, e alle segnalazioni alle forze dell’ordine, nel 2020 si verifica un nuovo atto intimidatorio.
I due presunti persecutori sono attualmente iscritti nel registro degli indagati, ma non sono stati ascoltati ancora dai giudici.
L’udienza preliminare adesso è fissata al 18 dicembre di quest’anno. Tempi lunghi e ancora incerti: Gabriella intanto vive da anni nel terrore.
Da un anno e mezzo il centro antiviolenza di Campobasso Libera Luna sta seguendo il caso di Gabriella: la donna oggi non è sola, ma la presidente Maria Grazia La Selva lancia un appello alle donne vittime di violenza e chiede alla giustizia di fare il suo corso.