E’ il tema del giorno sulla bocca di tutti i commentatori politici. Parliamo dell’Autonomia differenziata, legge sulla quale ieri si è espressa la Corte Costituzionale con un giudizio a doppia lettura: se da un lato la Consulta ha dichiarato la legittimità costituzionale della legge, dall’altro ha smontato una serie di pezzi dell’impianto normativo che ne riducono in maniera radicale gli effetti della riforma. Tra queste censura, quella sui LEP, i Livelli Essenziali di Prestazioni, la cui cui definizione ha detto la Corte spetta al Parlamento e non al Presidente del Consiglio. Se fosse stato vivo Gino Bartali avrebbe esclamato col suo vocione toscano: “Tutto da rifare”. Micaela Fanelli, capogruppo in regione del PD, che non va in bicicletta come Bartali ma sul tema ha pedalato tanto commenta soddisfatta: “Avevamo regione noi”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Fanelli anche Angelo Primiani del Movimento 5 Stelle.
Di segno opposto a quello delle opposizioni il commento del Presidente della Regione, Roberti, il quale parla di brutto risveglio per i ricorrenti alla Consulta che aspettavano dalla Corte una dichiarazione di illegittimità della legge. Così non è stato – dice Roberti – che confida nel puntuale intervento del Parlamento che – dice Roberti – saprà apportare i giusti rilievi alle osservazioni fatte dalla Corte Costituzionale.
