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sabato, Novembre 23, 2024

Il Movimento 5 Stelle cambia strada, anche il Molise con Giuseppe Conte

AperturaIl Movimento 5 Stelle cambia strada, anche il Molise con Giuseppe Conte

Tito Stagno, celeberrimo conduttore televisivo, quello sbarco dell’uomo sulla Luna, per capirci, annotava nelle proprie memorie una regola aurea che ogni giornalista dovrebbe seguire: la chiarezza e la precisione. Va detto allora, per chiarezza e per precisione che il M5S è morto. O meglio, con la Costituente voluta da Giuseppe Conte e che oggi prende il via nella Capitale, il M5S, così come lo abbiamo conosciuto, si è estinto definitivamente. Dai vaffa gridati in piazza alla moquette di Palazzo Chigi dove ha mosso i primi passi l’avvocato del popolo, come si definì l’allora sconosciuto Giuseppe Conte, di acqua sotto ai ponti ne è passata e del fiume impetuoso che fu la creatura inventata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, oggi è rimasto un rigagnolo che fa sussurrare ai maligni una cambio di nome: da Movimento 5 Stelle a Movimento 5 Voti.

Tuttavia è proprio da questo rigagnolo e dalle percentuali ridotte all’osso nelle recenti consultazioni elettorali che Conte e i suoi confidano di risalire la china. Tra i suoi, ci sono anche i Molisani: il Coordinatore regionale del Movimento, Antonio Federico, i consiglieri regionali Roberto Gravina e Angelo Primiani, ai quali per il momento, ob torto collo, si aggiunge anche Andrea Greco rimasto, nei fatti, un grillino prima maniera. Fu lui, Greco, a riempire piazze enormi alle regionali 2018 quando il movimento, da solo, conseguì quasi 65mila voti e una percentuale del 38,5%. Cinque anni dopo, alle regionali del 2023, i voti sono stati 10mila e la percentuale del 7% con un crollo di oltre trenta punti. Ma i tempi cambiano, si sa, e la palingenesi imposta da Giuseppe Conte è una medicina necessaria: pena il rischio di estinzione. Dal nome al ruolo del garante, la cui unica garanzia per il futuro sarebbe solo quella di un imbarazzo costante, nella due giorni costituente verrà rimesso tutto in discussione. In particolare quello che per i 5 Stelle ha rappresentato un vero e proprio Totem che sembrava impossibile da abbattere: il vincolo dei due mandati. Invece anche il vincolo, come il resto, verrà imbalsamato e messo in bacheca a futura memoria. Da tempo la trasformazione da movimento a partito è avvenuta e adesso si tratta di solo di prenderne solo atto. Più uguali degli altri dicevano i democristiani negli anni ’80 quando parlavano dei comunisti di Bologna e della loro presunta diversità. Vedremo adesso se questo varrà anche per chi intendeva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno o se, al contrario, l’Italia e, con essa il Molise, potranno annoverare nel parterre politico un raggruppamento capace di intercettare le istanze di un area progressista ancora tutta da decifrare.

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