La storica scuola Colozza di Campobasso rischia di perdere la sua autonomia per essere accorpata alla D’Ovidio. Almeno, questo disporrebbe la deliberazione del consiglio provinciale del 27 novembre. Una decisione caduta come fulmine a ciel sereno, scrive il presidente del consiglio d’istituto, avvocato Giuseppe Lattanzio, in una lettera con il calce 17 firme, tra queste quella del dirigente Carla Quaranta, spedita agli organi regionali, provinciali, comunali e all’ufficio scolastico regionale.
Una decisione arrivata non solo senza consultare nessuno, scrive Lattanzio, ma che va contro ogni logica: una scuola più grande verrebbe inglobata in una più piccola. La Colozza ha 762 alunni e la D’Ovidio 584; la Colozza fa lezione in un edificio sicuro e rispondente alle norme nazionali sulla sicurezza; ha una lunga storia che si sposa con la storia della città e da sempre è stata sinonimo di ottima didattica. Accorpare le due scuole darebbe vita, scrive Lattanzio, ad un maxi istituto di 1500 alunni e 250 docenti, diventando di fatto il più grande della regione. E questo quando ci sono plessi che hanno conservato la loro autonomia con numeri parecchio inferiori. La Colozza ha anche recentemente ottenuto il finanziamento Pnrr di 3 milioni per realizzare una nuova mensa e anche questo, scrive la scuola agli organi regionali, provinciali e comunali, sottolinea l’illogicità della decisione. Manca la motivazione per privare l’istituto della sua autonomia ed accorparlo alla D’Ovidio, eventualità mai paventata in precedenza sui vari dimensionamenti, denunciano i firmatari della lettera. Pertanto la richiesta della scuola alle varie istituzioni è una soltanto: un ripensamento generale, per evitare di adire le vie legali e far valere le proprie ragioni in tribunale