Il primo segnale del dopo Tavares è arrivato: sono stati revocati i 400 licenziamenti dell’indotto Stellantis a Pomigliano d’Arco dove, dicono fonti sindacali, già dalle prossime ore riprenderanno le produzioni della Fiat Panda e della Tonale dell’Alfa Romeo.
Soddisfatti i lavoratori per i quali è cambiato all’improvviso il Natale, soddisfatto anche il ministro del Made in Italy Urso secondo cui inizia un percorso nuovo; soddisfatti ma ancora guardinghi i sindacati di categorial di Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, che nei giorni scorsi hanno individuato nella battaglia dei lavoratori di Trasnova una sorta di argine contro l’eventuale tentativo di Stellantis di “rottamare” l’indotto.
Soddisfazione anche dai leader politici, accorsi nei giorni scorsi a Pomigliano. «È una buona notizia, ma la battaglia non si ferma», avverte la segretaria del Pd Elly Schlein. «Il Movimento è stato al loro fianco dal primo minuto», sottolinea il presidente del M5s, Giuseppe Conte. Lato maggioranza, invece, si rivendicano i meriti del ministro Urso e della premier Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi si è espressa pubblicamente contro i licenziamenti.
Ora occhi al 17 dicembre: al Ministero verrà il numero uno di Stellantis per l’Europa allargata, Jean Philippe Imparato. Il manager ha già reso noto che saranno date indicazioni concrete su ogni stabilimento. Tra i capitoli ancora aperti c’è però quello della gigafactory di Termoli. Stellantis ha annunciato un investimento in Spagna con il gruppo Catl fino a 4,1 miliardi di euro per costruire un impianto europeo di batterie al litio a Saragozza, ma ha chiarito che il progetto integra quello di Termoli.
In riva all’Adriatico e in Molise in generale, si spera che tutti i tasselli del mosaico vadano a posto.