Incredulità e malcontento, ipotesi illogica e immotivata. Il taglio della direzione dell’istituto Colozza a Campobasso sta provocando un coro unanime: tutti sono contrari alla decisione maturata in consiglio provinciale.
A via Roma, qualche settimana fa, è stato deliberato l’accorpamento della dirigenza della scuola di via Sant’Antonio dei Lazzari con quella della D’Ovidio.
Due istituti storici dai quali sono passati migliaia di studenti nel corso degli anni. E ancora oggi sono tra i più frequentati. Proprio questa è una delle ragioni della protesta, sollevata da più parti: per i sindacati di categoria, che hanno proposto una assemblea aperta anche ai genitori, con l’accorpamento si profila il rischio di una sovrapposizione di ruoli negli organici che potrebbe avere ripercussioni negative sui lavoratori.
Una contrazione, sostengono i sindacati di categoria, potrebbe verificarsi anche nel corpo docenti.
Nonostante i tanti proclami, hanno dichiarato Pino La Fratta e Nicola Fratangelo di Cgil e Uil si continua a tagliare sulla scuola, mentre si trovano risorse per incentivare le scuole private.
In nessun incontro, hanno aggiunto le sigle sindacali, era stata paventata questa soppressione. Si tratta dell’ennesimo schiaffo alla scuola, con la formazione di un Istituto Comprensivo di 1.400 alunni calato dall’alto, senza nessun tipo di interlocuzione con dirigenti scolasti, docenti, personale tecnico e genitori.
L’atto adottato dalla Provincia, ha evidenziato il presidente del consiglio d’istituto Giuseppe Lattanzio appare illegittimo: manca una minima motivazione, e sembra non rispettare i criteri delle linee guida regionali. Nel caso non si torni indietro, ha annunciato Lattanzio, si aprirebbero le porte ad un ricorso al TAR del Comune di Campobasso, che sollecitato starebbe valutando tale opportunità. Una cosa è certa, ha concluso, nessuno si rassegnerà alla soppressione della Colozza e se la politica non deciderà di tornare indietro, la mobilitazione andrà avanti.