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mercoledì, Dicembre 18, 2024

Pubblicato il decreto del  vescovo Palumbo per l’Anno Santo nella Diocesi di Trivento

TriventoPubblicato il decreto del  vescovo Palumbo per l’Anno Santo nella Diocesi di Trivento

Decreto Vescovile per l’Anno Santo nella Diocesi di Trivento

Pubblicato il decreto del  vescovo Palumbo per l’Anno Santo nella Diocesi di Trivento. “Al Popolo di Dio che è nella Chiesa di Trivento, pace e gioia nel Signore. Come è a tutti noto, lo scorso 9 maggio 2024, Solennità dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, il Santo Padre Francesco ha consegnato alla Chiesa e al mondo la Bolla Spes non confundit, con la quale ha indetto il Giubileo ordinario del 2025. Giova ricordare come questo Anno Santo sia stato preceduto, e in certo senso preparato, da quello vissuto nel 2015, e che, a sua volta, preparerà quello che sarà celebrato nel 2033, per i duemila anni della Redenzione compiuta da Nostro Signore Gesù Cristo. Messaggio centrale dell’imminente Giubileo è la speranza. Il Santo Padre, fra le altre cose, ha significativamente rilevato come: «Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza» (Ivi, n. 1). Proprio nei “segni dei tempi” il Santo Padre coglie questi “segni del Verbo”, ossia i segni della presenza e dell’azione dello Spirito nella storia degli uomini. La vita cristiana è vita di speranza, che si alimenta attraverso quei “momenti favorevoli”, come quello del tempo in cui viviamo, in cui la speranza sembra venire soffocata dal grigiore delle innumerevoli difficoltà che ci circondano. Eppure, la speranza cristiana rimane quell’ «insostituibile compagna che ci fa intravvedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù» (Ivi, n. 5). Tocca ora a tutti noi, membri della Chiesa di Dio che è in Trivento, testimoniare e promuovere la grazia di tale speranza per il bene di tutta l’umanità. Desideri e azioni di bene, di amore e di pace, non mancano nel cuore di ogni uomo e donna di buona volontà. Devono però vieppiù maturare ed incarnarsi nella storia per irrobustire la civiltà dell’amore. A tal fine dispongo quanto segue: Come stabilito dalla Bolla del Santo Padre e ribadito dalla Nota del Dicastero per l’Evangelizzazione/Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, del 01.08.2024, la Porta Santa è quella della Basilica di San Pietro e delle altre Basiliche Papali, ossia San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. Non ci saranno aperture di Porta Santa nelle Diocesi, ma Domenica 29 Dicembre, nella Cattedrale, il Vescovo presiederà la santa Eucarestia come solenne apertura dell’Anno Giubilare. Da subito desidero consegnare al cuore dei diletti Destinatari della presente due attenzioni: La prima attenzione sulla quale va incentrato l’Anno Giubilare è il Sacramento della Riconciliazione. Pellegrini di una speranza che non delude, perché fondata in Cristo, Crocifisso e Risorto, Volto della Misericordia del Padre, ognuno potrà accostarsi al Sacramento del Perdono e della Riconciliazione, beneficiando anche del dono dell’ Indulgenza Plenaria. Dispongo, pertanto, che in ogni Chiesa parrocchiale ci sia un luogo di accoglienza e di ascolto per quanti desiderano accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Si abbia cura che detto luogo sia fisso e ben definito, tale da corrispondere alle esigenze di riservatezza e di sensibilità di ogni fedele. Si indichino altresì, mediante opportuni strumenti, giorni e orari nei quali poter vivere questi momenti di grazia. Laddove ci sia la presenza di altri sacerdoti, si potrà dare ai fedeli la possibilità di celebrare il Sacramento della Riconciliazione anche durante la Celebrazione Eucaristica, specie in occasione delle Feste Patronali (Cf. Nota della Penitenzieria Apostolica, 13 maggio 2024). La seconda attenzione riguarda la cura dei malati nelle singole comunità parrocchiali. L’Anno Giubilare sia motivo di stimolo per un rinnovamento e ricentramento del ministero sul servizio dell’ascolto ai sofferenti, ai quali Cristo è unito in modo peculiare. Esorto ogni comunità parrocchiale a celebrare la Giornata del Povero del 2025 con iniziative mirate a questo scopo e vissute dall’intera comunità parrocchiale come evento giubilare.

Indicazioni pratiche per l’Anno Giubilare

La Nota della Penitenzieria Apostolica del 13 maggio 2024 – alla quale esorto in primo luogo i Pastori di anime a fare riferimento – ha ribadito che ogni circostanza durante il Giubileo è occasione propizia per la concessione dell’indulgenza ai fedeli che, veramente pentiti, vorranno beneficarne per se stessi, o «in forma di suffragio» applicarla alle anime del Purgatorio. A livello diocesano si valorizzerà quanto già ordinariamente accade nelle comunità parrocchiali e in Diocesi, dando valenza di evento giubilare locale alle feste patronali, ai pellegrinaggi di gruppi o parrocchie, alle feste che si celebrano nei Santuari diocesani.

Luoghi giubilari a livello diocesano per l’Anno Santo 2025 saranno:

La Cattedrale dei Ss. Nazario, Celso e Vittore, in Trivento;

Il Santuario Diocesano di S. Maria di Canneto;

Il Santuario Diocesano di Maria Ss.ma delle Grazie in Rosello;

La Chiesa parrocchiale di Santa Maria di Costantinopoli in Agnone;

La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Carovilli;

La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Frosolone.

Quanto alle feste patronali:

  1. a) è concessa l’indulgenza durante il giorno della festa per chi visita la Chiesa e venera il Santo; b) la festa patronale sia preceduta da un periodo di preparazione (triduo, novena, settenario, tredicina ecc.) in cui, assieme alla liturgia e agli esercizi di pietà popolare, si offrano ai fedeli catechesi o riflessioni sui contenuti della Bolla di indizione del Giubileo; c) ogni comunità scelga un gesto che diventi un segno di speranza per uno degli ambiti indicati nella Bolla di indizione del Giubileo ai numeri 10-15, sapendo che quanti parteciperanno a tali gesti potranno ricevere l’indulgenza plenaria; d) la Festa del Perdono di Assisi del 2 agosto, sia celebrata in ogni parrocchia (nel 2025 cadrà di sabato).

Quanto ai Santuari, oltre a quanto già detto:

Si valorizzino alcuni giorni della settimana o alcuni periodi dell’ Anno, quali le novene in preparazione della festa, i mesi di maggio e di ottobre, l’adorazione quotidiana del Ss.mo Sacramento; il martedì di preghiera per le Missioni; il Giovedì Sacerdotale con la recita del Rosario e la celebrazione dell’Eucarestia e/o del Vespro; anche l’Eremo di Sant’Egidio è invitato a stabilire un giorno (settimanale o mensile) per momenti di Adorazione Eucaristica o di Lectio Divina, da potersi vivere come momenti giubilari.

Pellegrinaggi:

Il 22 marzo 2025 si terrà il pellegrinaggio diocesano a Roma, caratterizzato dai due momenti della celebrazione del Sacramento della Riconciliazione presso il Santuario del Divino Amore (mattinata) e dell’attraverso della Porta Santa e celebrazione eucaristica nella Basilica di San Paolo fuori le mura (pomeriggio).
Pellegrinaggi parrocchiali nei luoghi giubilari diocesani, saranno da vivere e gestire come eventi giubilari sul territorio.

Luoghi dove porre gesti di speranza e motivazioni dell’azione:

Sono chiaramente indicati dal Santo Padre in alcuni ambiti precisi. Come singoli e come comunità cristiana, vorremo avere dinanzi agli occhi del nostro cuore la realtà della sanità e dei malati, assieme a quella dei giovani, degli anziani, della povertà e dei poveri, spingendo lo sguardo anche oltre i confini diocesani per abbracciare la realtà delle carceri e dei detenuti. Ben vengano gesti periodici, a cadenza mensile o settimanale, nei quali giovani, famiglie, comunità, possano condividere momenti di preghiera, di fraternità, di festa e di solidarietà concreta con quanti afferiscono agli ambiti suddetti, mai perdendo di vista le motivazioni che devono animare tali iniziative.

A riguardo, giova rimettere al centro gli insegnamenti del nostro Maestro: «lo avete fatto a Me» (Mt 25, 31-46) e «da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri» (Gv 13, 31-35). Siano riscritte a caratteri d’oro le motivazioni cristiane della gratuità (quanto si fa è solo restituzione al Signore di ciò che da Lui si è ricevuto) e della fraternità (il destinatario del gesto di speranza deve potersi sentire accolto da e in una comunità).
Tutto questo, mentre darà continuità alle azioni già poste in campo, attiverà processi di continuità, oltre quelle azioni che cadono in regime di emergenza, e promuoverà quella cultura dell’ incontro e dell’inclusione prevalente su quella dello scarto.
Come ho avuto spesse volte modo di ripetere, nessuno dimentichi che il bene va fatto bene; che il bene non fatto bene è male; che il bene che Dio non vuole è male.
Di qui la necessità e l’urgenza di porre gesti di speranza, adempiendo alla giustizia e alla carità: al centro gli ultimi, la restituzione dell’accumulato e la destinazione della terra a tutti.

Maria Ss.ma, Madre della Speranza, indirizzi e sostenga il nostro cammino giubilare, vegli amorevolmente su di esso, e ottenga dal Signore le più elette benedizioni: ipsa propitia pervenis!

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