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lunedì, Dicembre 23, 2024

Rischio soppressione della Diocesi di Trivento, al via la raccolta firme per la lettera da inviare a sua Santità Papa Francesco

TriventoRischio soppressione della Diocesi di Trivento, al via la raccolta firme per la lettera da inviare a sua Santità Papa Francesco

Rischio soppressione della Diocesi di Trivento, al via la raccolta firme per la lettera da inviare a sua Santità Papa Francesco. L’appuntamento è per oggi, 23 dicembre 2024, a partire dalle ore 16.00, presso il Centro Polifunzionale comunale di corso Beniamino Mastroiacovo. Durante l’incontro, si darà lettura della bozza di lettera da inviare al Santo Padre, così da condividerla e sottoscriverla mettendo i riferimenti del proprio documento di riconoscimento. La bozza, che potrà essere perfezionata prima della trasmissione, ha questo contenuto: A sua santità, papa Francesco, Casa Santa Marta, 00120 Città del Vaticano. Santità, gli estensori e firmatari della presente lettera sono tutti cristiani della diocesi di Trivento (CB) che, appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise, è costituita da ben 58 parrocchie raggruppate nelle 4 foranie di Trivento, Agnone, Carovilli e Frosolone, estese su 1.234 km² e poste tutte nelle aree interne delle province di Campobasso, Isernia e Chieti. Diverse le ipotesi sulla sua origine che risalirebbe per alcuni al I mentre per altri al IV o al X secolo. Con una genesi comunque molto antica ha avuto per le popolazioni di un territorio interno assai colpito dalla disoccupazione e dallo spopolamento un ruolo di grande spessore non solo sul piano ecclesiale e quindi spirituale, ma anche su quello sociale quando i fedeli erano colpiti duramente dalla miseria e dal fenomeno dell’emigrazione che talora isolava i membri delle famiglie quando addirittura non li separava definitivamente. I vescovi e il clero, nell’assenza di un’efficiente classe dirigente, rappresentavano l’unico sostegno per cittadini che vivevano indigenza e abbandono. Oggi, Santità, tali problemi esistenziali si ripropongono con la mancanza di lavoro che sta portando tantissimi giovani a emigrare. Nella nostra diocesi si accentua l’abbandono della pratica religiosa soprattutto tra i giovani. Anche i sacramenti non sono vissuti nel loro valore spirituale ma spesso unicamente come parate; tuttavia gli uffici diocesani e anche molte parrocchie riescono a coinvolgere i credenti in pregevoli attività di carattere spirituale, culturale, ma soprattutto a vivere la carità come condivisione e amore concreto per il prossimo. In questa diocesi c’è una Caritas molto attiva che si fa promotrice anche di ricerca e attività culturale. È stata la prima in Italia a fondare una Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico intitolata a Paolo Borsellino e ha due centri di ascolto a Trivento e Agnone che lavorano assiduamente per venire incontro alle esigenze di tanta parte della popolazione che vive in condizioni di gravi necessità economiche. È l’unica diocesi in Italia che sta portando avanti il Progetto Culturale CEI che favorisce il dialogo con la società civile, le altre confessioni religiose, il mondo della cultura e della politica, ponte tra la Chiesa e gli altri mondi. Da anni con i vescovi Antonio Santucci, Domenico Scotti e Claudio Palumbo è nata e sta crescendo una Scuola di Teologia per laici con lo scopo di avvicinare sempre più la popolazione alla Parola di Dio, ma si è lavorato anche con fermezza per difendere i tanti diritti negati a quanti vivono sul territorio della diocesi e sono ormai privi di servizi essenziali erogati il più delle volte in maniera molto approssimata a partire dalla sanità fino alla scuola, alle infrastrutture o ai trasporti. Una Commissione Sinodale si è impegnata con responsabilità sul Sinodo della Chiesa da Lei voluto e sta lavorando al Cammino Sinodale della Chiesa italiana coinvolgendo per quanto possibile il laicato tutto della diocesi. Ogni comunità, anche piccola, oggi conserva il suo presbitero o parroco e la Chiesa continua ad essere un punto di riferimento essenziale per tutti. La sua nomina di Mons. Claudio Palumbo, attuale titolare della diocesi di Trivento (CB), a vescovo della sede di Termoli-Larino, senza quella contestuale del nuovo vescovo di Trivento, sta facendo insorgere tra i fedeli il timore che la nostra Chiesa locale possa diventare vacante non solo momentaneamente ma aggregata o addirittura smembrata. Una tale situazione lascerebbe sconcertati, rammaricati, increduli e vittime perché un possibile smembramento della diocesi disperderebbe irreparabilmente i tanti germi di spiritualità, di attenzione agli ultimi e ai poveri, di promozione sociale e umana, di sostegno a una popolazione sperduta e abbandonata dalle istituzioni, nonché di bontà tutti oggi presenti in questa realtà ecclesiale periferia delle periferie. Superare la struttura triventina della Chiesa e la relativa territorialità delle comunità diocesane e parrocchiali è sicuramente una necessità, ma un intervento in tale direzione può aversi solo dopo un’attenta osservazione e analisi delle necessità spirituali, culturali, logistiche e sociali di sacerdoti e fedeli di tutti i luoghi interessati. Siamo anche certi che sistemi di eccessivi accorpamenti tra diocesi e di troppe parrocchie, soprattutto in aree geografiche ultraperiferiche e sostanzialmente abbandonate nelle quali sono faticosi i trasporti e gli spostamenti, difficilmente potranno portare a miglioramenti nella vita ecclesiale soprattutto sul piano dell’evangelizzazione, delle relazioni umane e spirituali come nella testimonianza della carità. Abbiamo già vissuto ad esempio nella nostra realtà territoriale tali esperienze d’inglobamenti di più istituti scolastici affidati a un solo dirigente e sappiamo che il coordinamento pedagogico e didattico presenta ora davvero enormi difficoltà. È evidente che anche sul piano pastorale la guida di Chiese locali troppo vaste avrebbe problemi notevoli. Il territorio delle aree interne su cui insiste la diocesi di Trivento ha ancora solo limitate figure di riferimento per la difesa di una qualità decente di vita per i propri abitanti che sono attualmente solo il vescovo, i parroci e gli amministratori locali. È per tale ragione che quanti come noi abitano in una delle comunità parrocchiali della diocesi chiedono che la stessa continui la sua esistenza plurisecolare avendo il suo vescovo come guida e coordinatore della vita ecclesiale, culturale e umana di una popolazione che in questo momento vive una situazione esistenziale davvero difficilissima. Siamo certi, Santità, che Ella vorrà accogliere la nostra richiesta e ci rendiamo ovviamente disponibili a incontrarla in qualsiasi momento vorrà convocarci per illustrarle eventualmente in maniera più articolata le esigenze dei fedeli. Se la Chiesa dev’essere sempre vicina agli ultimi, auspichiamo che anche in questa circostanza rimanga con amore accanto a una popolazione che in questo momento non può fare a meno della sua guida in parrocchie disseminate su un territorio montano dove le infrastrutture e i sistemi di comunicazione stradali e telematici hanno ancora grandi difficoltà. Non la tediamo oltre, Santità. Le chiediamo tote corde e per il bene della Chiesa come dei suoi fedeli di mantenere la nostra diocesi con un vescovo in grado di essere vicino ai bisogni della popolazione. Con deferenti ossequi. Trivento 23 dicembre 2024”.

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