Raucedine, tosse, stanchezza, dolori muscolari e articolari, naso chiuso o che cola. I sintomi dell’influenza stagionale hanno già iniziato ad affliggere buona parte della popolazione. Più di 5 milioni di italiani sono già stati toccati dai virus influenzali; il picco non è stato ancora raggiunto, ma arriverà a breve: il post festività natalizie e il ritorno a scuola faranno impennare i casi.
Niente di grave, dicono i medici, nella maggior parte dei casi, per le persone sane, basta restare a casa al caldo e stare a riposo, bevendo molto per idratarsi. Insomma, i rimedi delle 3 L della nonna, letto, latte e lana sono sempre il consiglio più saggio per affrontare i malanni di stagione. Certo, evitare di ammalarsi è sicuramente meglio e qui valgono le norme igieniche che dovremmo aver imparato bene durante la pandemia da Covid: lavarsi spesso le mani, mascherina nei luoghi affollati e, se si è raffreddati, tossire e starnutire nel gomito.
Se però l’influenza non riusciamo proprio ad evitarla, per i pazienti che non soffrono di particolari malattie, i medici consigliano farmaci antipiretici in caso di febbre, gocce, spray e aerosol in caso di raffreddore, anti-infiammatori per il mal di gola, sciroppi e gocce per la tosse. In questi casi il farmacista saprà sicuramente dare un valido aiuto. Assolutamente vanno evitati gli antibiotici, tranne se prescritti dal medico di base, dopo averlo consultato.
Se però i sintomi dell’influenza dovessero peggiorare, soprattutto in pazienti anziani e fragili, con patologie preesistenti, il medico di base o la guardia medica devono essere consultati immediatamente. Se dovesse subentrare una insufficienza respiratoria meglio recarsi al pronto soccorso, soprattutto in pazienti con malattie cardiovascolari, o tumori, soprattutto ai polmoni.
Chi volesse vaccinarsi è ancora in tempo, ma deve considerare che servono 2 settimane perché gli anticorpi facciano il loro lavoro al meglio. Allo stato attuale, il 75% delle persone fragili è stato inoculato contro l’influenza, mentre l’obiettivo era di raggiungere il 95%. Nella fascia 60-64 anni si è raggiunto a malapena il 22% di vaccinati.