Progetto Turismo delle Radici, nuove generazioni messe a confronto con le tradizioni triventine. Il Comune di Trivento va avanti con gli appuntamenti del Progetto Turismo delle Radici. Con i laboratori del gusto, le scolaresche e i giovani emigrati argentini di origine trignina sono stati messi a contatto diretto con le antiche e tipiche ricette della tavola triventina. Nel primo appuntamento del 5 dicembre scorso, sotto gli sguardi curiosi dei ragazzi, le ospiti del Centro “Giovani Dentro” hanno magistralmente preparato i cavatelli, mentre la signora Giuseppina Stinziani ha incantato tutti con le formidabili “Pallotte”, uno dei piatti identitari del popolo triventino, maldestramente contraffatto da altre comunità, vicine e lontane. Il 12 dicembre, le uncinettine dell’associazione “Un Filo che Unisce”, con i Laboratori dei legami, hanno fatto conoscere l’eccellenza manifatturiera dell’uncinetto. Oggi, 25 gennaio, è stata la volta dei dolci: Maurizio Porfirio, stiamo parlando della genesi del dolce sinonimo di Trivento, il Cippillato, in quanto figlio della oramai mitica Mafalda, ha fatto lezione ai ragazzi facendo vedere e provare la bontà di questo prodotto, tanto apprezzato ma anche oggetto di reiterati tentativi di “speculazione” a discapito della sua imponente qualità. Subito dopo, i coniugi Daniele Molinaro e Rossella Vasile, hanno dato dimostrazione della realizzazione delle ostie ripiene, una prelibata forma d’arte, nonché altamente simbolica. Come anticipato, i laboratori sono stati seguiti dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Omnicomprensivo “Nicola Scarano”, le classi terze sez. A e B, e dai emigrati argentini originari di Trivento, “l’obiettivo è proprio quello di rinverdire le nostre radici – ha riferito Cristian Serricchio, consigliere comunale con delega al Turismo e Sport, dell’Amministrazione Pavone – sia gli alunni, che i nostri amici argentini, hanno potuto apprezzare l’eccezionale patrimonio delle nostre tradizioni. Nuove leve, intese come risorse umane, unite al nostro patrimonio culturale in senso largo – chiude Serricchio – il tutto può tradursi in una prospettiva di rilancio per la nostra comunità, in più settori simultaneamente”.