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lunedì, Gennaio 27, 2025

2024 con meno imprese in Molise. Negativo il bilancio imprenditoriale

Attualità2024 con meno imprese in Molise. Negativo il bilancio imprenditoriale

In Molise per il terzo anno consecutivo, nel 2024 si è chiuso in negativo il bilancio imprenditoriale: -42 attività, saldo negativo tra iscrizioni (1.381) e cessazioni (1.423).
I dati – che riguardano l’andamento della demografia delle aziende – sono quelli che provengono dal Registro delle imprese delle Camere di commercio.
A preoccupare è il livello delle iscrizioni, mai così basso, nemmeno negli anni della pandemia. A livello settoriale i comparti tradizionali regionali continuano a segnalare un restringimento della platea delle imprese. In agricoltura, nel commercio (soprattutto al dettaglio), nel settore alloggio e ristorazione; in calo anche la manifattura.
Segno negativo anche per le costruzioni che presentano una perdita complessiva di 39 imprese (-1%). Stabile lo stock di imprese delle attività professioni, scientifiche e tecniche che chiudono con un bilancio positivo unicamente per il settore dell’istruzione, delle attività finanziarie e assicurative e delle imprese impegnate nella sanità e assistenza sociale.

La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale: saldo positivo solo per le società di capitali (+273 imprese).
Le imprese individuali, che rappresentano circa il 2/3 del totale, chiudono l’anno con un numero di cessazioni maggiore rispetto a quello delle iscrizioni (-274 imprese). In discesa anche le società di persone.

E i dati, non positivi, del bilancio imprenditoriale arrivano in un momento in cui lo scenario economico non lascia presagire nulla di positivo. La preoccupazione cresce – come evidenzia l’ufficio studi della CGIA di Mestre – non solo per gli effetti deleteri che l’introduzione dei dazi imposta dall’amministrazione Trump potrebbe avere sulle esportazioni, ma soprattutto per l’impennata dei costi energetici che rischiano di arrecare un danno economico all’intero sistema imprenditoriale italiano.

Come nei primi anni post-Covid potremmo esserci un’impennata dei prezzi del gas e dell’energia capace di generare spirali inflazionistiche molto pericolose, facendo crollare i consumi interni. Il rischio, dietro l’angolo, è quello di un impennata del caro vita, con erosione del potere d’acquisto per lavoratori dipendenti e pensionati.

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