Tecnicamente lo chiamano trasporto su ferro ma qui, di ferro, c’è solo quello che masticano i molisani, da sempre privi di una rete ferroviaria degna di questo nome. Finita l’epopea dei treni a gasolio, quelli che per via dei fumi da scaricare a cielo aperto obbligavano i molisani in viaggio a Roma ad una fermata che a momenti stava a Ciampino, si è virato verso l’elettrico. Con risultati a dir poco imbarazzanti. La chiusura delle tratte Campobasso – Isernia e Campobasso – Termoli – Larino. Sono il paradigma in negativo di un sistema da rifondare, se non da fondare, completamente. Ad abbracciare la battaglia del trasporto su ferro sono state da sempre le associazioni dei consumatori che nelle scorse ore sono state audite dalla prima e dalla seconda commissione consiliare delle Regione Molise. Ciò in vista della sottoscrizione del nuovo contratto di servizio tra Regione Molise e Trenitalia. A sottolineare il ruolo delle associazioni è stata la consigliera regionale del PD, Alessandra Salvatore, che ha fatto proprie le osservazioni e gli spunti forniti dal Movimento Consumatori, dal Presidio per non Morire, dall’ASdoc Molise e dall’associazione TDS Guardiamo Avanti”. Alessandra Salvatore ha annunciato sul tema la richiesta di un consiglio regionale monotematico nel corso del quale possano essere definite alcune priorità da discutere. Innanzitutto il rilancio convinto del tavolo di consultazione con le associazioni, la riapertura delle tratte Campobasso – Isernia e Campobasso – Larino – Termoli; la riapertura della tratta Carpinone Castel Di Sangro e l’apertura di un collegamento con benevento. Oltre a questo – scrive la Salvatore – va sollecitata Trenitalia a concludere i lavori di elettrificazione della tratta Campobasso – Isernia. I lavori dovevano essere conclusi ad ottobre 2020 e al momento si parla del 2028. Quanto basta per mantenere ancora in piedi uno scenario ferroviario al momento buono solo per i film western.