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martedì, Febbraio 11, 2025

Acca Larentia, amici lanciano iniziativa per traslare i resti di Francesco Ciavatta

CronacaAcca Larentia, amici lanciano iniziativa per traslare i resti di Francesco Ciavatta

Francesco Ciavatta, il giovane molisano morto nella strage di Acca Larenzia a Roma, è sepolto a terra, nel cimitero del suo paese, Montagano. Adesso, la concessione della tomba è scaduta e c’è il rischio che i resti vengano trasferiti nell’ossario comune. Oggi, 47 anni dopo la strage, i genitori dello studente sono deceduti. In questi giorni un gruppo di suoi coetanei, che con Francesco ha condiviso un percorso di vita e di amicizia ha lanciato una iniziativa. Lo ha fatto attraverso le pagine del quotidiano Il Tempo.

E’ ad una zia che spetta ogni tipo di decisione legata a novità nella tumulazione dei resti del congiunto. “La nostra è un’idea che vuol partire dal massimo e più doveroso rispetto per il ruolo della zia, nessuno vuole scavalcarla – hanno spiegato – o non tenere conto del suo dolore, delle sue scelte, delle sue volontà. Questo deve essere chiaro. Abbiamo pensato che potrebbe essere bello acquistare, a nostre spese, un loculo. Dove traslare i resti di Francesco. E porlo vicino a quello della madre”. Un gesto simbolico, che acquisterebbe un valore importante per chi ha una sensibilità religiosa, cristiana. Madre e figlio, che in vita si sono voluti così tanto bene, ma hanno avuto troppo poco tempo per condividere emozioni, esperienze e amore, si ritroverebbero finalmente vicini. Uno accanto all’altro”. Sono le parole degli amici affidate al giornale. Francesco Ciavatta venne ucciso a Roma, il 7 gennaio 1978, insieme ad un altro militante di destra davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano, in via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano. Un terzo militante del Movimento Sociale Italiano, morì poche ore più tardi, durante degli scontri con le forze dell’ordine, nel corso di una manifestazione di protesta. Francesco, che all’epoca ero uno studente delle superiori e aveva 18 anni, dopo essere stato ferito da un colpo di pistola cerco di fuggire lungo una scalinata a lato dell’ingresso ma, inseguito dagli aggressori, fu colpito nuovamente alla schiena e morì in ambulanza durante il trasporto in ospedale. L’agguato venne rivendicato dai Nuclei armati per il contropotere territoriale, ma non sono mai stati individuati i colpevoli materiali.

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