Riceviamo e pubblichiamo la nota della capogruppo del Pd in Consiglio regionale Micaela Fanelli sulla spesa dei Fondi Europei
“La scorsa settimana il Presidente Roberti non è stato presente in Consiglio perché convocato dal Ministro Foti. Rimando alle foto di gruppo con tanto di parlamentare di Fdi, postate sui social, con sorriso a 24 carati, nascondendo la verità dei fatti.
Roberti è stato convocato per essere strigliato nel più severo dei modi dal Ministro. Perché? Perché siamo ultimi nella spesa dei fondi addizionali. In particolare, il ritardo è gravissimo e non più colmabile per la spesa dei fondi UE (Fesr e dell’FSE). Lo ha scritto il Ministro nella lettera di convocazione che ho chiesto di acquisire insieme alla documentazione relativa all’avanzamento della spesa e alle regole UE sul disimpegno delle risorse. Ad oggi, i programmi 21/27 hanno zero impegni e zero pagamenti (al 30 ottobre 24). Se sono confermati dagli atti richiesti, siamo l’ultima regione europea.
L’ho chiesto perché se è vera questa situazione, bisogna dichiarare lo stato di emergenza. Nessun euro dei fondi UE verrà impegnato in regione, con la perdita di 55 milioni di euro nel 2025 (altri 55 a dicembre 26 e 48 a dicembre 27). SI rischia di buttare a mare complessivamente 500 mln. Di una gravità inaudita!
Mentre in queste ore si aspettano gli esiti di una sentenza sul bilancio, dove balla qualche milione per pagamenti Arpa e altre questioni di questa entità, si nasconde tutto questo. Come dire, la trave e la pagliuzza.
Faremo piena chiarezza in Consiglio, ma intanto lanciamo al partenariato l’allarme massimo. Così non uscirà un bando per le imprese (d’altronde sui fondi UE non ce ne sono da anni). La domanda di anticipazione delle risorse ce l’hanno fatta rimangiare? La domanda di pagamento non l’abbiamo neanche inoltrata? Il monitoraggio rafforzato (una sorta di commissariamento) non dà esiti di nessun tipo? In altri momenti o in altre regioni, su questo starebbe cadendo una Giunta! Qui silenzio assordante, peggio, compiacenza e finzione.
Non serviranno accorgimenti come sponde sul credito di imposta, Zes o fondi per fare il cosiddetto “switch” e salvare formalmente un poco di soldi per finta, perché sono soldi che non arriveranno al territorio. Si fingerà di non disimpegnare per evitare le certificazioni in rosso, ma la sostanza non cambierà. Al territorio del Molise non arriveranno le risorse aggiuntive che dovrebbero farci recuperare i ritardi. Nel mentre, ovviamente, le altre regioni confinanti, anche quelle del famoso Sud, vanno avanti senza indugio. Bandi ed energia alle imprese e alla competitività e alla crescita, al lavoro e ad un tessuto sempre più povero e diseguale. Sveglia! Infine, avanza sempre una domanda. Chi sono i responsabili di tutto ciò? Pagheranno? Sul piano politico, ma anche su quello tecnico?
Noi lavoreremo perché così sia. Per lanciare l’allarme affinché si metta fine a questo immobilismo e perché chi sbaglia finalmente paghi. Solo con la meritocrazia (o se preferite una decente “normalità”) anche dell’amministrazione regionale, il Molise potrà avere una possibilità.”