Pur trattandosi di acqua, la materia è incandescente. Stiamo parlando di centrali idroelettriche e del grosso giro di interessi che ruotano attorno ad esse. La recente crisi idrica e il caro bollette dovuto all’enorme spesa per gli impianti di sollevamento, hanno ad esempio indotto più volte l’azienda speciale Molise Acque ad evidenziare la necessità di impianti in house, come si suol dire. Anche in questa direzione arriva la proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale finalizzata alla valorizzazione del patrimonio idrico regionale, nel quadro di un percorso che punti allo sviluppo sostenibile.
L’articolato legislativo punta a riordinare tutto il sistema nel rispetto delle direttive europee e dell’ordinamento statale italiano. Quello che ne viene fuori è un quadro complessivo di riforma che prevede meccanismi per la decadenza e la rinuncia alle concessioni esistenti e l’avvio di procedure per le nuove assegnazioni ad evidenza pubblica. Vengono inoltre dettati criteri per l’ammissione alle concessioni che fanno riferimento alle capacità finanziarie delle aziende e alla struttura tecnico – organizzativa. L’assegnazione delle concessioni dovrà inoltre tenere conto di misure di compensazione ambientale che le aziende assegnatarie dovranno mettere in campo .
Collaterale, ma non meno importante all’aspetto energetico, è quello legata alla tutela ambientale. Lo sfruttamento a scopo energetico dei corsi d’acqua fa infatti parte di una politica di sostegno degli ecosistemi e delle fonti rinnovabili, nonché di azioni per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Ultimo, ma non meno importante, l’intento della legge è anche quello di un risanamento ambientale dei bacini idrografici di pertinenza delle concessioni.