A dare fuoco alle polveri – secondo le opposizioni in Consiglio regionale – sarebbe stato il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Vincenzo Niro che, al termine delle dichiarazioni rilasciate dal presidente Roberti sulla propria vicenda giudiziaria, avrebbe bloccato il dibattito chiedendo una sospensione per questioni legate all’ordine dei lavori. Un espediente – sempre secondo le minoranze – la cui unica finalità era quella di alleggerire il clima in aula. Se così fosse, l’effetto è stato contrario poiché alla ripresa a chiedere la parola è stato, sempre sull’ordine dei lavori, il capogruppo del M5S Andrea Greco. Ne è venuto fuori un intervento a scoppio e detonazione volto a censurare la dichiarazione tardiva di Roberti e che ha indotto il presidente del Consiglio, Quintino Pallante, a richiamare Greco sulla attinenza al tema che, essendo quello dell’ordine dei lavori, non poteva debordare secondo Pallante in altre dichiarazioni. Greco, da parte, ha rincarato la dose, inducendo il presidente Pallante ad estrarre dopo quello giallo anche il cartellino rosso e a decretare l’espulsione dall’aula di Greco. Fatto che ha indotto le minoranze a convocare una conferenza stampa ad horas nel corso della quale tutti hanno parlato di lesione alla democrazia e annunciato la convocazione di un consiglio regionale monotematico avente a tema le infiltrazioni malavitose in Molise e la istituzione di una commissione antimafia. A tirare le somme è il capogruppo in regione di Costruire democrazia, Massimo Romano.
