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sabato, Marzo 15, 2025

Il signor Angiolino, il suo amato cane e la campagna di odio sui social

EditorialiIl signor Angiolino, il suo amato cane e la campagna di odio sui social

di Manuela Petescia*

La storia non è difficile da raccontare e la conoscono un po’ tutti.
Un anziano contadino di Agnone, che aveva perduto il suo amatissimo cane a seguito di tristi vicissitudini personali, di malattia e ricoveri in ospedale, dichiarava la sua intenzione di togliersi la vita se non glielo avessero restituito.
“Se ho sbagliato qualcosa pago”, aveva detto Angiolino ai microfoni di mezza Italia, “ma ridatemi il cane, lo amo come un figlio, non posso vivere senza di lui”.

Partita la solidarietà dell’intero paese, con il sindaco Daniele Saia in prima linea, si è quindi intimato ad un’associazione animalista, che aveva preso in custodia il cane, di riportarlo al legittimo proprietario.

Così il signor Angiolino poteva riabbracciare il suo cane Tonino e la storia sembrava aver trovato un lieto fine.
Ma spuntava un filmato che all’atto dell’incontro con il suo antico padrone mostrava il cane disorientato, intento a nascondersi e, addirittura, a evitare il contatto.
Quel filmato, amatoriale, incompleto, montato chiaramente ad arte, come avevano segnalato gli stessi cittadini di Agnone fisicamente presenti a quell’incontro, veniva immesso nel circuito infernale dei social e distribuito a catena, alimentando una furiosa campagna di odio contro Angelino e contro coloro che avevano preso le sue difese.
Nulla di tutto questo aveva un senso.

Come ha spiegato ai nostri microfoni Gianluca Litterio, esperto cinofilo di livello nazionale, il cane era probabilmente confuso, perché aveva trascorso 40 giorni in un ambiente diverso e si era sentito abbandonato.
Una reazione comprensibile e tutt’altro che grave, tanto che – tempo pochi minuti –erano state realizzate molte altre immagini, soprattutto dal quotidiano telematico altomolise.net, e raccontavano tutta un’altra storia: ma ormai la valanga di fango social contro il povero Angiolino era partita.

Si chiama shitstorm, si traduce “tempesta di fango”, per usare un eufemismo, e descrive la colossale quantità di attacchi virali sui social: commenti violenti, volgari e aggressivi, nella stragrande maggioranza immotivati e dettati da suggestioni collettive.
Commentando quel frammento di video il popolo social di animalisti di fuori regione (evidentemente sollecitato) si è scagliato contro l’anziano con modalità terrificanti, fino ad augurargli la morte.
Il finale della storia lo scriverà il tempo: tutti, ma proprio tutti, ad Agnone conoscono questo anziano signore e conoscono il suo amore sincero e genuino per quel cane, peraltro l’unico affetto rimastogli accanto. Il sindaco, insieme ed altri animalisti del posto, pur ribadendo ad alta voce l’assoluta assenza di pericoli di sorta, si è offerto come garante di quella convivenza, dunque pronto a intervenire qualunque cosa dovesse accadere.
Resta la cattiveria gratuita, la quantità di odio che si è riversata addosso ad Angiolino, frasi disgraziatissime che hanno colpito, ingiustamente, una persona buona, un infaticabile lavoratore, un contadino che aveva trascorso la sua esistenza nel duro lavoro dei campi, un uomo che commuovendo il mondo aveva dichiarato di lasciarsi morire senza il suo cane.

*direttore

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