L’appuntamento era atteso da mesi. John Elkann è intervenuto in un’audizione in Parlamento. Ha parlato del futuro di Stellantis, di progetti e prospettive occupazionali, delle difficoltà dell’automotive e della nomina del nuovo ceo. Davanti alle commissioni attività produttive della Camera e industria del Senato, il presidente di Stellantis però ancora una volta non ha dato certezze sul futuro della Giagafactory che dovrebbe essere realizzata a Termoli.
“Per noi l’Italia ricopre un ruolo centrale – ha detto Elkann –
Intervengo come responsabile della gestione operativa di Stellantis, incarico che ho ricevuto dal cda lo scorso 2 dicembre a seguito delle dimissioni di Carlos Tavares. La sua successione sta procedendo secondo i tempi stabiliti: il nuovo ceo di Stellantis sarà annunciato entro la prima metà dell’anno”, ha quindi aggiunto.
“Se non ci fosse oggi Stellantis, non saremmo qui, perché l’auto italiana sarebbe già scomparsa da tempo, – ha aggiunto – come l’informatica dopo l’Olivetti e la chimica dopo la Montedison”, poi ha ricordato che negli ultimi 20 anni, “il mercato domestico è calato del 30% mentre l’occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l’azienda ha difeso la produzione e l’occupazione degli stabilimenti del Paese grazie all’export dei marchi italiani,
Infine il passaggio su Temoli, una delle questioni più spinose e attese.
“La gigafactory di Termoli – si è limitato a dire Elkann – dipende dalle decisioni di Acc, di cui Stellantis è solo un socio di minoranza e questa comunicherà il suo piano nel 2025”. Dunque nessuna promessa e nessuna certezza nelle sue parole ma solo una rassicurazione sul presente: “In attesa che Acc renda noto il suo piano, ci siamo mossi in anticipo, affiancando alla produzione di motori termici i cambi per le auto ibride”.