L’ultimo romanzo “L’antico amore” di Maurizio De Giovanni, seppur lontano dalle tematiche e dal genere conclamato dello scrittore, arriva esattamente al cuore dei suoi lettori , lo punge , lo fa raggomitolare nell’alveo della possibilità che l’amore possa sconfinare nella perdizione dell’umano sentire.
Tre storie parallele camminano all’interno della narrazione, al centro delle quali ci sono le poesie d’amore e la storia sofferta di un poeta latino del primo secolo avanti Cristo che diventa l’emblema del “ perduto amore” , dello sconfinamento del “sentimento supremo” nella disperazione per la donna perduta , oggetto amato che condizionerà tutta la sua vita futura in preda al convincimento di non poter più avere un vita dignitosa al di fuori da quella storia d’amore.
La storia di Marco, professore universitario, ammaliato dal poeta latino e dalla sua poesia, incastrato in un matrimonio infelice , claustrofobico , ma che trova la forza in questo inseguimento dei versi del poeta che lo porteranno direttamente all’incontro con l’amore , quello desiderato, quello della giovane studentessa che elargirà linfa vitale alla sua anima ed infine, la storia di un anziano e della sua famiglia particolare vista dagli occhi della badante moldava, Oxana, che carpirà i segreti della famiglia attraverso una osservazione acuta dei comportamenti del vecchio professore e dei suoi figli , due maschi e una femmina.
Tutto il romanzo è attraversato da un flusso magnetico vitale legato al concetto dell’amore e ritrova le sue parole in una indagine spietata sulla vita umana, sul destino, sulle occasioni, sulle scelte, le perdite e l’angosciosa presenza della “ mancanza”, dell’assenza e delle assenze che precludono la porta della felicità e , spesso , conducono a brancolare nel buio, a perdersi in un ricordo, una flebile speranza per non cadere nel buio pesto.
Una scrittura raffinata, fatta di parole che sembrano disegnare solchi nell’anima, riportano all’antico amore , la linfa vitale che ha attraversato l’umanità sempre.
Sono i versi del poeta latino che aleggiano in tutta la scrittura di De Giovanni , come una melodia , un suono , una musica trascinante che solo la poesia e l’amore possono dare.
E noi lettori cosa possiamo fare se non farci trasportare e ritrovare un po’ di noi come se ci guardassimo allo specchio e vedessimo apparire queste storie di sofferenza , ma anche e soprattutto di passione , di “vita” che può restituire solo un vero amore , una travolgente forza che sconfina nel desiderio della felicità, della poesia che attraversa tutto il romanzo.
L’autore
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir, Vuoto, Nozze, Fiori, Angeli e Pioggia, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all’antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato della serie di Mina Settembre Troppo freddo per Settembre (2020) e Una Sirena a Settembre (2021). Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali. Dai suoi romanzi, sempre in vetta alle classifiche, sono state tratte fortunate fiction televisive. È tradotto in tutto il mondo.
Marilena Ferrante
Nasce a Isernia, dove vive tuttora. Docente di Lettere presso la Scuola secondaria di primo grado “San Giovanni Bosco”, giornalista pubblicista e scrittrice.
Ha pubblicato quattro raccolte poetiche: “Quel che avrei potuto dirti” (2015), “Un passo dal cuore” (2016), entrambe per Volturnia Edizioni, “Gli occhi del silenzio“ (Bertoni Editore, 2021) e “Nuda memoria” (SetArt Edizioni, 2024). Ha scritto anche il romanzo “La neve di marzo” per L’Erudita di Giulio Perrone (2021).
Molti suoi scritti sono presenti in antologie letterarie quali “Vite che tremano” (Volturnia edizioni , 2016), “Cartoline dalla terra che forse esiste” (L’Erudita, 2018) e altre ancora.