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martedì, Marzo 25, 2025

Inchiesta DDA, Partito Comunista Lavoratori Molise: “Mobilitarsi per dimissioni e cacciata immediata della Giunta di destra in Regione”

AttualitàInchiesta DDA, Partito Comunista Lavoratori Molise: "Mobilitarsi per dimissioni e cacciata immediata della Giunta di destra in Regione"

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Partico Comunista dei Lavoratori Molise

 

“I fatti contestati dalla DDA e dalla Procura di Campobasso al governatore riguardano la costituzione di un “sodalizio criminale” con imprenditori e in particolare con un’ importante impresa sotto accusa per traffico illecito di rifiuti, nella sua precedente triplice veste di presidente della provincia di Campobasso (ente competente per le autorizzazioni in materia di rifiuti), membro del consiglio generale della Cosib (il consorzio industriale nel cui ambito era ricompresa la società in questione), e di sindaco di Termoli (era coprogettista delle pratiche presentate dalla società privata al comune di Termoli da lui stesso amministrato).

Favori, per espanderne illecitamente i profitti, in cambio di “mazzette smaterializzate” (consulenze, assunzioni della moglie, regalie e quant’altro).

Emerge anche una conversazione intercettata dove la moglie durante la pandemia si preparava al grande giro di affari con imprese che avevano preso contatti col marito: seguirono le scelte di subappaltatori e la scalata politica alla Regione.

Stabilmente asservito”, secondo la Guardia di finanza, a un gruppo di imprenditori che avevano messo in piedi, secondo la procura, un’associazione per il traffico illecito dei rifiuti.

La stessa inchiesta è più ampia, coinvolgendo ben 47 indagati , su un traffico illecito di rifiuti tra Molise e altre regioni, evidenziando come imprenditori vicini alla criminalità facevano “ricorso sistematico alla corruzione per creare una corsia preferenziale idonea ad accelerare l’emissione di provvedimenti“.

Dall’ultimo rapporto della DIA si conferma l’annosa “influenza di fenomeni criminali delle aree contermini” e si legge dell’individuazione di due imprese coinvolte in una rete attiva in diverse regioni: associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, al riciclaggio di denaro.

Insomma, dal PCL MOLISE lo denunciamo da anni: la borghesia mafiosa agisce nel Molise col riciclaggio del denaro (in edilizia soprattutto), negli appalti, col traffico illecito dei rifiuti e la privatizzazione delle opere e servizi pubblici, anche della gestione dei rifiuti è alla base di queste infiltrazioni.

Perciò questo ci battiamo anche nel Molise per una gestione pubblica dei rifiuti democraticamente controllata dalla popolazione, liberata dal capitale privato e da controlli solo burocratici e permeabili da interessi loschi: sarebbe un primo grande ostacolo in primis per la borghesia mafiosa.

Invero sarà la magistratura a decidere l’esito dell’inchiesta per corruzione sul governatore e su questo piano si deve essere garantisti, rispettare la persona contro ogni giustizialismo; e deve precisarsi che l’accusa sul piano giudiziale non contiene l’aggravante del metodo mafioso: ma il focus della vicenda non può essere questo.

La questione vera va oltre la singola persona da rispettare, si pone sotto il profilo generale del pericolo democratico e sociale, del sistema di potere che tale vicenda disvela per il Molise: come può questo potere politico locale contrastare la mafia del capitale se è esso stesso è espressione della classe padronale ?

Il partito post fascista molisano di Meloni e la destra molisana difendono il loro governatore e il sistema: sempre garantisti con i potenti e forcaioli solo con lavoratori, studenti, migranti, poveri, e masse sfruttate in lotta contro le politiche antisociali e liberticide della Meloni.

Abolizione abuso d’ufficio per i potenti, e decreto sicurezza…loro per reprimere le lotte sociali.

Ed invece la cacciata di questo governo regionale della destra e le sue immediate dimissioni devono diventare l’obiettivo su cui mobilitare le masse lavoratrici e popolari molisane, per un governo dei lavoratori capace realmente di contrastare il capitale, le sue mafie e i suoi partiti di ogni colore.

Tale vicenda conferma, anche alle masse molisane, la nefandezza del sistema capitalistico, del potere esercitato dalla classe dominante e dai suoi partiti, dal centro alla regione, e come la stessa formale “imparzialità” delle istituzioni ex art.97 della Costituzione e le leggi di tutela ambientale, diventino carta straccia di fronte alla legge reale imposta dal capitale, confermando nei fatti la natura di classe delle sue istituzioni”.

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